Gli inquirenti della Dda di Bari lanciano un nuovo colpo durissimo ai clan del Foggiano sgominando il clan Raduano e portando alla luce diversi retroscena inquietanti e devastanti per il grado di brutalità e minacce messo in “campo” dagli indagati: grazie a diverse intercettazioni contro uno dei tanti lati della Mafia di Foggia, la Dda di Bari è arrivata a scoprire un giro di affari e violenze che hanno fatto scattare l’arresto per 15 persone (12 in carcere, 3 ai domiciliari) ritenuti tutti componenti del clan mafioso Raduano di Vieste. Sono ben 240 i capi d’accusa per reati contestati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata a traffico e spaccio di droga, fino alle armi e ricettazione con l’aggravante mafiosa: secondo la Procura all’interno della organizzazione vi era un gruppo di “picchiatori” che aveva il solo compito di punire i pusher che infrangevano le “regole” del “club” criminale. Come riporta Repubblica Bari, gli inquirenti hanno evidenziato «l’utilizzo di tecniche particolari, come le fototrappole che normalmente si usano per gli animali, posizionate nei luoghi abitualmente frequentati per prendere o spostare la droga».



MAFIA FOGGIA, SGOMINATO IL CLAN RADUANO

«Se questo sta in giro lo uccido col martello in mezzo alla strada che poi mi devo mangiare il cuore. Gli devo zappare in testa, gli devo tagliare le mani. Lo uccido, poi dobbiamo giocare a pallone con la testa sua», è forse l’intercettazione più pesante raccolta dalla Dda di Bari in merito a quel gruppo di “picchiatori” che minacciava costantemente affiliati e pusher legati al maxi traffico di droga per il quale il Clan Raduano è stato decimato con questi ultimi arresti. Come ha spiegato il pm Giuseppe Gatti dopo l’ondata di arresti, «anche questa vicenda conferma la straordinaria capacità di controllo militare del territorio da parte della mafia garganica, la violenza, il clima di terrore che genera una condizione di assoggettamento». Per svolgere le attività di spaccio, il gruppo ha scelto luoghi-simbolo della città di Foggia e dei paesi vicini: «scuole, campi di calcetto, poste di pattinaggio, ristoranti». Dopo questo ennesimo blitz contro la Mafia del Foggiano, spiega ancora Gatti, «la stagione di Gomorra in quelle terre si può dire definitivamente conclusa. Vieste ha avuto un risveglio di coscienza civile importante anche grazie a un vero e proprio accerchiamento investigativo». Secondo il procuratore Volpe, chiudendo la conferenza stampa, tale accerchiamento di indagini ha permesso di prevenire reati «quasi come nel film Minority Report».

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