Terza dose dopo 5 mesi dalla seconda? È un’ipotesi. Dopo le dichiarazioni di Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, arrivano quelle del professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) e presidente del Consiglio superiore di sanità. Ne ha parlato a Sky Tg24, spiegando che per contenere ulteriormente i contagi e accelerare sulla terza dose un’idea «potrebbe essere quella di ridurre l’intervallo tra il compimento del ciclo vaccinale primario e la dose booster da sei a cinque mesi», pur tenendo conto del fatto che l’Italia «mantiene una delle situazioni più favorevoli in tutta Europa». La situazione in ogni caso desta l’attenzione degli esperti.



«I dati destano attenzione e vanno valutati con tutta la cautela del caso, ma non c’è preoccupazione estrema. È un momento in cui va posta la massima attenzione e ognuno di noi deve fare la propria parte», ha ribadito il professor Franco Locatelli. Dunque, la situazione è in divenire, tenendo anche conto del fatto che finora «abbiamo somministrato la dose booster a 3,7 milioni di persone e negli ultimi giorni c’è stata una chiara accelerazione». Quindi, l’idea di Locatelli è di insistere su questi due canali, «somministrare la dose booster a chi ha maggiori rischi» e «completare il ciclo di vaccinazione primaria».



LOCATELLI SU OBBLIGO VACCINI E BAMBINI…

Alla domanda sull’obbligo del vaccino anti Covid, il professor Franco Locatelli ha dichiarato a Sky Tg24: «Si possono considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, a esempio forze dell’ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie connotate da un’alta percentuale di vaccinazione». Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) ha evidenziato che la possibilità di estenderlo a tutti «è un’opzione estrema». Ma Locatelli è anche un luminare del Bambin Gesù, per cui il suo parere sulla vaccinazione dei bambini è significativo.



A tal proposito ha spiegato: «Partiranno quando i vaccini saranno approvati da Ema e Aifa, i bambini vanno vaccinati per proteggerli da forma gravi o prolungate, rare ma presenti, per garantire la frequenza scolastica e tutelare i loro spazi sociali». A proposito dei timori dei genitori ha assicurato: «Il profilo di sicurezza di vaccini a mRna è assolutamente rassicurante». Infatti, l’incremento maggiore dei contagi è stato registrato proprio nella fascia pediatrica 6-11 anni, «quella in cui non è iniziata la vaccinazione».