Non parla di Covid, ma dell’intera crisi della Sanità italiana il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Professor Franco Locatelli, intervistato stamane dal “Mattino” di Napoli: il pediatra che l’intera Italia ha imparato a conoscere in questo anno e mezzo di pandemia, è anche il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e proprio in forza di quel prestigioso ruolo si permette di lanciare un messaggio netto al Mezzogiorno.
«Le differenze territoriali sono inaccettabili, violano il principio di tutela della salute costituzionalmente garantito a ogni cittadino. Dovremo mettere in atto ogni sforzo perché tali disparità vengano eliminate»: Locatelli cita direttamente i dati preoccupanti emersi dal Report della Società Italiana di Pediatria in merito alla mortalità infantile e neonatale nelle Regioni del Sud Italia, pur rimanendo il nostro Paese per fortuna (e per merito del sistema sanitario nazionale) uno dei più virtuosi al mondo nel contrasto alla mortalità di bambini e neonati. Le cause di questa crisi sono diverse e vengono dettagliate dal coordinatore del Cts scelto dal Premier Draghi: forte migrazione da Sud a Nord dei medici formati in Meridione, le strutture territoriali, cultura sanitaria. Ma questo non può giustificare il fatto che vi siano stati 200 bambini morti in più al Sud rispetto al Nord: «va modificato per questo il criterio di verifica sulla validità e la sostenibilità del nostro sistema di assistenza».
LOCATELKI: “BASTA RISPARMI SULLA SANITÀ AL SUD”
I criteri di controllo della spesa sono ottimali e vanno bene come criterio nella qualità della sanità ma non possono essere gli unici: spiega ancora al “Mattino” il professor Locatelli, «va bene tenere presenti i criteri di controllo della spesa ma prima di tutto va validata l’adeguatezza della risposta sanitaria e la capacità di venire incontro alle esigenze del malato». Il richiamo è ai manager locali che non devono pensare solo al risparmio, ma è soprattutto alla politica che li nomina e non verifica poi la corretta gestione della sanità pubblica locale: «il criterio di selezione va basato sulle comprovate capacità, competenze e profili di assoluta affidabilità delle figure di vertice», non vanno scelti i manager per legami politici o simili, ma non è l’unico elemento sottolineato da Locatelli, «trattenere nelle strutture assistenziali e sanitarie del Mezzogiorno le risorse migliori, colleghi di preparazione eccellente formati al Sud ma poi non assorbiti nella rete di assistenza». Il gap va ridotto il prima possibile e sicuramente il PNRR può essere un’occasione storica quasi unica per poterlo fare: «l’obiettivo è convogliare tutti gli sforzi per garantire uno standard assistenziale soddisfacente nel Mezzogiorno anche per quella che viene genericamente definita assistenza ospedaliera a bassa intensità».