Due dosi di vaccino anti Covid a tre settimane di distanza ai bambini tra 5 e 11 anni. Ad anticipare la modalità di somministrazione è Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, nonché presidente del Consiglio superiore di sanità. «I vaccini pediatrici saranno disponibili qualche giorno prima di Natale e e si procederà con un dosaggio che è pari a un terzo rispetto a quello degli adulti somministrando due dosi a distanza di 3 settimane l’una dall’altra», ha dichiarato nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera. Inoltre, ha spiegato perché i bambini vanno vaccinati contro il Covid: «Deve essere offerta la vaccinazione per tutelare la loro salute, per favorire la loro frequenza scolastica e per tutelare le attività sociali, ludiche e ricreative, la cui deprivazione ha un impatto negativo sullo sviluppo». Il professor Franco Locatelli ha citato modelli dell’ECDC secondo i quali la vaccinazione di questa fascia d’età «possa portare a una riduzione dell’indice di riproduzione Rt pari all’11%, un valore analogo a quello associato all’adozione di alcuni interventi non farmacologici».



In ogni caso il vero motivo per vaccinarli resta «la tutela della salute globalmente intesa dei bambini». Per l’esperto non bisogna dimenticare che questa è anche una malattia pediatrica. «I numeri che oggi abbiamo a disposizione ci indicano che un po’ più del 25% dei contagi si verificano in età pediatrica e metà di essi nella fascia compresa tra i 6 e gli 11 anni, dove, in assoluto, si osserva l’incremento più elevato nell’incidenza a 7 giorni». Per Franco Locatelli potrebbe aver contribuito la maggior contagiosità della variante Delta. «Il Covid è diventata una malattia pediatrica nel senso che l’infezione può svilupparsi anche nei bambini in forma grave, anche sotto forma di sindrome multi-infiammatoria sistemica, o prolungata, con qualche raro caso di evento fatale».



LOCATELLI E I DUBBI SULLA VARIANTE OMICRON

Non poteva mancare ovviamente il punto della situazione sull’epidemia Covid, in particolare sulla variante Omicron. «Rapida nella diffusione, ma non sappiamo se capace di provocare malattia grave. Il vaccino, ora più che mai, resta fondamentale unito all’uso di mascherina», ha dichiarato il professor Franco Locatelli. Non minimizza l’allarme, anche perché non si sa ancora molto, a parte il fatto che ha un numero alto di mutazioni. Ad esempio, non si sa se è un ceppo più aggressivo: «Non è chiaro ad oggi se avrà maggior capacità di provocare malattia grave. Ma l’attenzione deve essere mantenuta al livello più elevato e bene ha fatto per primo il Ministro Speranza, seguito poi dagli altri Ministri UE, a interrompere tempestivamente accessi e voli dagli 8 Paesi che ne sono stati investiti».



Ma non si sa neppure se può sfuggire ai vaccini, una questione cruciale per il coordinatore del Cts: «La presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie, potenzialmente potrebbe ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini. Tuttavia, solo ulteriori valutazioni ci daranno una risposta fondata sull’evidenza», ha dichiarato al Corriere. Dunque, la risposta restano sempre i vaccini e l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi: «In metro e autobus, dove l’affollamento è maggiore, usare dispositivi di tipo FFP2». Infine, non esclude modifiche per quanto riguarda il Green pass: «La decisione di mantenere inalterati i tempi di validità dei risultati con test antigenici e molecolari è coerente con l’attuale scenario epidemiologico italiano, ma potrà, eventualmente, essere rivista qualora la situazione dovesse peggiorare».