I vaccini Covid non sono necessari per i giovani? Non è di questo parere il professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. «Dai 12 ai 18 anni c’è un vaccino approvato dopo stringenti valutazioni sulla sicurezza. Se sono sperimentali? Assolutamente no. E senza voler fare del terrorismo, se è vero che la fascia più giovane è risparmiata in maniera importante da morbidità e mortalità da Sars-CoV-2, non dimentichiamoci che nella fascia 0-18 anni sono morti 27 bambini e 300 sono stati ricoverati, di cui tre quarti finiti in terapia intensiva». Ne ha parlato ieri sera a In Onda su La7, spiegando che questa è già una motivazione sufficiente per vaccinare i più giovani. «I famosi casi di pericardite e miocardite sono straordinariamente gravi e si risolvono da soli nella maggior parte dei casi, quei pochissimi casi che finiscono in ospedale ci stanno meno e non in terapia intensiva».



Riguardo invece le perplessità dei giovani riguardo la vaccinazione, Locatelli si è fatto un’idea: «Viene caricato di un significato di iniezione del non noto, non consolidato e non sperimentato, ma è assolutamente sbagliato. Bisogna instaurare un dialogo con i giovani, alla scienza non mancano gli argomenti per fornire tutte le motivazioni». Ma ha anche spiegato che è importante per ridurre la circolazione del virus.



LOCATELLI SU PROTEZIONE VACCINI E TERZA DOSE

Il professor Franco Locatelli ha confermato che ci sarà una rimodulazione dei colori: «La discussione della politica riguarda anche la definizione delle soglie per posti letto aree mediche e terapie intensive». Riguardo le fake news, il coordinatore del Cts ha assicurato sui vaccini: «Non è stato saltato nessuno step. Quali sono gli effetti a lungo termine? E cosa sappiamo degli effetti a lungo termine di chi si è infettato? I vaccini hanno cambiato la storia di un numero straordinario di malattie. Abbiamo eradicato il vaiolo grazie ai vaccini». Dunque, va fatta informazione. «C’è una paura della cura: la paura fa parte di ognuno di noi e va rispettata, il medico ha il dovere di affrontare paure, ansie e incertezze. Può farlo solo con il dialogo».



Riguardo i dati sui vaccini, ha ricordato che «due dosi offrono una protezione superiore al 97% dalle forme gravi di malattia. Abbiamo dati secondo cui la protezione dura 9 mesi, ma potrebbe durare anche per un periodo più lungo». Invece Locatelli non si è sbilanciato sulla terza dose: «Non sappiamo se e quando sarà necessaria, è prematuro parlarne in tal senso. Potrebbe servire alle persone immunodepresse. Accumuleremo progressivamente dati che verranno analizzati e interpretati». Infine, ha ribadito che la scuola è una priorità e deve ripartire in presenza.