Dopo l’apertura ufficiale del professor Franco Locatelli, secondo cui le condizioni sono mature per l’obbligo vaccinale, arrivano le parole di Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza e professore di Igiene all’università Cattolica, secondo cui il Super Green Pass va esteso subito per non ripetere lo stesso film dell’anno appena trascorso, quello di «nuove varianti, rialzo di dei contagi, fase di attenuazione e relativa tranquillità in estate e poi nuove ondate in autunno e inverno», ha detto a La Stampa. In un anno abbiamo avuto tre varianti, una più contagiosa dell’altra, questo perché «il vaccino può essere decisivo solo se distribuito in tutti i Paesi del mondo, non solo in quelli ricchi». Peraltro, non ci può essere endemia, se si continua a far circolare il coronavirus, si rischia di vivere un perenne stato pandemico. «Solo con un numero di casi basso si può pensare di convivere con un virus. Ma questo virus reinfetta, la stessa persona può contagiarsi più volte: se pensiamo di adattarci a lui, ci castigherà».



Per questo bisognerebbe fare di più per Walter Ricciardi: «Una parte importante del governo, dal ministro della Salute allo stesso premier, voleva fare di più». Si può accelerare col Super Green Pass: «Va assolutamente esteso subito a tutte le attività, lavorative e sociali». Ciò anche in vista di ciò che accadrà questo mese, in cui ci si aspetta un aumento esponenziale dei casi, soprattutto col ritorno a scuola. «Arriveremo a centinaia di migliaia di contagiati al giorno. Per assistere a una discesa dovremo aspettare febbraio», se sapremo adottare le giuste misure e spingere sulla campagna vaccinale. Così si può arrivare all’obbligo vaccinale. «Tra un po’ a chi non è vaccinato non resterà che andare al parco». Nell’intervista ha spiegato che non c’è un problema di responsabilità dello Stato, perché «ha già la responsabilità di farsi carico di eventuali danni provocati dai vaccini, fortunatamente molto rari e, quindi, non rilevanti dal punto di vista economico». L’unica differenza con l’obbligo «sarebbe la possibilità di sanzionare la persona che rifiuta il vaccino». (agg. di Silvana Palazzo)



“OBBLIGO VACCINALE? CONDIZIONI SONO MATURE”

In principio era stato Sergio Abrignani a parlare pubblicamente di obbligo vaccinale: ora però dallo stesso Cts arriva la parola ben più autorevole (politicamente) del prof. Franco Locatelli, principale consigliere scientifico del Premier Mario Draghi. Nell’intervista odierna a “Repubblica” il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, nonché coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, fa il punto sull’attuale ondata “extralarge” di contagi Covid dovuti alla variante Omicron. E sdogana le due parole più “fragorose” dell’intera emergenza Covid in Italia: obbligo vaccino.



«L’obbligo vaccinale è una scelta che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali. Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l’obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse»: per Locatelli, insomma, sarebbe giunta l’ora di procedere con l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini italiani over-18, a soli pochi giorni dalle ultime regole anti-Covid disposte nel Decreto del 29 dicembre (su quarantene, Super Green Pass e mascherine).

OBBLIGO VACCINALE: COME POTREBBE ESSERE ADOTTATO

Gli ultimi dati prodotti dall’Istituto Superiore di Sanità confermano le impressioni delle prime analisi sulla variante Omicron: «L’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa – si legge nel report pubblicato il 1 gennaio – sale rispettivamente al 86,6% e al 97,0% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster». Ma allora perché con una tendenza di emergenza Covid che va sempre più verso maggiore contagiosità ma minore letalità si dovrebbe procedere all’obbligo del vaccino per tutti? Per il prof. Locatelli «Bisogna adottare tutte le misure per la prevenzione dei contagi anche per mantenere gli ospedali funzionali. Non c’è solo il Covid. Le altre malattie continuano ad aver bisogno di risposte adeguate. È importante quindi che tutti usino i dispositivi di protezione. Le Ffp2 sono più efficaci delle chirurgiche. Devono avere un prezzo calmierato e omogeneo sul territorio».

Dunque anche l’obbligo vaccinale andrebbe percorsa come ipotesi, conclude il coordinatore del Cts: «Non sposerei assolutamente l’idea di lasciar correre il virus – aggiunge – Anche se i dati dei ricercatori inglesi mostrano che con Omicron i ricoveri sono ridotti a un terzo, un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario e porterebbe a una crescita di ricoveri e vittime. In Italia 1,3 milioni di persone sopra i 60 anni non sono vaccinate. È un gruppo di connazionali che oggi rischia molto». L’alternativa del Governo che rimane ancora in campo è l’obbligo di Super Green Pass (vaccinati e guariti da meno di 6 mesi) per tutti i lavoratori: anche qui le opposizioni interne allo stesso esecutivo non sono state poche (M5s e Lega su tutte) e non sarà scontato l’approdo ad una norma condivisa nel prossimo Cdm previsto per il 5 gennaio. In particolare sull’obbligo vaccinale andrebbero poi comprese a livello pragmatico, oltre che costituzionale l’effettiva praticità di una norma del genere: come già aveva fatto notare a suo tempo il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, andare “casa per casa” ad obbligare i no vax a sottoporsi al vaccino non appare come una opzione realmente fattibile.