Sono tanti gli argomenti trattati dal numero uno del Consiglio Superiore della Sanità, membro del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, nell’intervista rilasciata quest’oggi ai microfoni di SkyTg24. Secondo lo stesso luminare la curva della terza ondata è ormai vicina a toccare il suo apice: “Siamo a ridosso del picco, c’è già una decelerazione della crescita dei contagi”, senza dubbio una buona notizia, e nel futuro prossimo il quadro non può che mutare favorevolmente tenendo conto delle nuove misure di restrizione introdotte, e dell’avanzare della campagna di vaccinazione.
E a proposito di vaccini, Locatelli ha fatto chiarezza su AstraZeneca, vaccino che negli ultimi giorni è stato al centro dei casi di cronaca a seguito della morte “sospetta” di alcune persone vaccinate: “La farmacovigilanza è deputata a livello nazionale dall’Aifa e a livello europeo all’Ema. Un conto è un’associazione temporale un conto è un nesso di causalità, AstraZeneca è largamente sicuro, è stata impiegato su tanti milioni di persone. Lo farei io e lo farei fare ai miei cari senza nessuna esitazione. È un vaccino che ha un ottimo profilo di efficacia è importante che venga usato”.
LOCATELLI: “VARIANTI? L’UNICA CERTEZZA E’ CHE SI DIFFONDONO DI PIU’”
Locatelli ha cercato di tranquillizzare anche sulle varianti covid, a cominciare da quella inglese, al momento più diffusa in Italia: “L’unico dato solido sulle varianti – ha spiegato – è la maggior capacità di diffusione. Non abbiamo nessun dato sul fatto che i vaccini disponibili non ci conferiscano la protezione rispetto allo sviluppo di patologia grave”. L’intervista volge poi sull’argomento scuola, con circa 7 milioni di studenti che da oggi saranno costretti alla Dad a causa delle zone rosse e delle varie ordinanze regionali: “Mi sono sempre speso in difesa della didattica in presenza. Tuttavia la sospensione della didattica in presenza in questa fase è motivata dal fatto che in ragione della circolazione della variante inglese c’è un chiaro incremento del numero dei soggetti in età pediatrica in fasce adolescenziale che vengono ad essere contagiati”. Di conseguenza la scuola in presenza è stata obbligatoriamente interrotta: “E’ chiaro che deprivare della didattica in presenza della socialità e di tutto quanto connota l’attività scolastica è un danno per le generazioni future e per questo deve essere limitato più possibile nel tempo e tutti si devono adoperare perché duri il minor tempo possibile”.