Il professor Franco Locatelli, numero uno del Css, nonché coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico scioltosi il 31 marzo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de L’Eco di Bergamo, in cui ha ribadito come la fine dello stato di emergenza non significhi la fine della pandemia. «È finita l’emergenza, non la pandemia», spiega ripetendo una sorta di mantra che da giorni vanno dicendo i virologi e gli addetti ai lavori. Facendo il punto dopo più di due anni di pandemia, Locatelli aggiunge: «Vietare i funerali è stata la scelta più lacerante, ma è stato inevitabile. La gioia? Quando sono iniziate le vaccinazioni», per poi spiegare «La fine dello stato di emergenza va interpretata e letta con soddisfazione, perché è stata resa possibile da un miglioramento complessivo della situazione epidemica».
Da più parti si parla di quarta dose probabilmente generalizzata a partire dal prossimo autunno, ma a riguardo Franco Locatelli invita alla prudenza, alla luce della mancanza di dati: «In termini di efficacia, nella popolazione sana il vantaggio è assolutamente marginale; negli ultrasessantenni, invece, ripristina i livelli di protezione ai valori osservati nelle prime settimane della terza dose».
FRANCO LOCATELLI: “DOBBIAMO STARE ATTENTI, ORA SIAMO ARTEFICI DEL NOSTRO DESTINO”
A riguardo Locatelli ha citato alcuni studi israeliani: «Gli studi israeliani – spiega – indicano innanzitutto che la somministrazione della quarta dose ha lo stesso profilo di sicurezza delle dosi precedenti. In termini di efficacia, nella popolazione sana il vantaggio è assolutamente marginale; negli ultrasessantenni, invece, ripristina i livelli di protezione ai valori osservati nelle prime settimane della terza dose».
L’ulteriore booster sarebbe quindi rivolto «alla popolazione fragile. Una scelta, ancora però da prendere, potrebbe essere quella di partire dai 70-75enni, come misura assolutamente prudenziale». E in merito alle tempistiche: «Se ha senso fare la quarta dose – spiega Locatelli – occorre pensare alla programmazione entro aprile-maggio. Ma valutando le variabili». Chiusura dedicata al futuro: «Dobbiamo stare attenti, siamo artefici del nostro destino».