Scuole aperte a tutti i costi, tuona il professor Franco Locatelli. Il ministro della Salute Roberto Speranza si appella direttamente ai giovani, perché non si può fallire sulle riaperture delle scuole. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) e il governo alzano dunque la guardia in vista dell’autunno. «Bisogna arrivare a ridosso della ripresa scolastica con il numero di casi più basso possibile. Meglio saremo messi il 14 settembre, più elevata sarà la probabilità di riprendere le lezioni senza rischi di dover poi chiudere classi o interi plessi», dichiara Locatelli nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera. La riapertura delle scuole è fuori discussione, il problema – il nodo della questione – è evitare che si arrivi a nuove chiusure. «Il Cts ritiene prioritario poter garantire il distanziamento all’interno degli istituti impiegando le mascherine solo se necessario, in situazioni eccezionali e per brevi periodi. Lo sforzo, soprattutto da parte del Ministero dell’Istruzione, deve essere quello di identificare tutte le soluzioni percorribili in modo da non scaricare le responsabilità sui presidi».
LOCATELLI E SPERANZA SULLA RIAPERTURA DELLE SCUOLE
Lungi dal voler passare come il maestrino con la bacchetta e come quello che vuole criminalizzare i giovani, il ministro della Salute Roberto Speranza chiede una mano ai giovani dopo aver firmato l’ordinanza sulla chiusura delle discoteche. «Aiutateci a tenere sotto controllo il contagio. Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e università in sicurezza. E non possiamo sbagliare», il messaggio lanciato attraverso le pagine di Repubblica. La partita è complessa e il finale è sconosciuto. «Dipende dai nostri comportamenti e tutti, a cominciare dai ragazzi, dobbiamo esserne consapevoli». La riapertura di scuole e università in sicurezza è la scommessa del governo, una scommessa che richiede un impegno importante in queste settimane. «Non possiamo sbagliare sulla scuola e ogni provvedimento, ogni sacrificio chiesto è fatto pensando alla riapertura delle scuole che segnerà la vera fine del lockdown». Se programmi, protocolli e investimenti basteranno per la sfida d’autunno, lo scopriremo però solo tra qualche settimana. Molto dipenderà però anche da come agiamo ora.