Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha commentato l’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia: “La situazione è delicata con numeri ancora crescenti per quel che riguarda l’incidenza d’infezioni, ma la crescita percentuale dell’ultima settimana è stata inferiore alla precedente e, negli ultimi giorni, vi sono evidenze di chiara decelerazione della curva epidemica in linea con quanto osservato in altri Paesi”, queste le sue parole ai microfoni del Corriere della Sera. L’esperto, a differenza di altri colleghi, è ottimista in merito al futuro prossimo.

Il medico e accademico italiano in tal senso non vuole sentire parlare di ospedali vicini al collasso. “La pressione sulle strutture sanitarie nelle ultime settimane è decisamente aumentata. Il rischio da scongiurare è di danneggiare i pazienti con patologie differenti dal Covid riducendo il numero di procedure mediche o chirurgiche. A questo rischio può contribuire anche un elevato numero di contagi tra gli operatori sanitari che è certamente non trascurabile”, premette. La situazione è tuttavia sotto controllo. “Nelle passate ondate come quella dello scorso inverno abbiamo avuto, pur in assenza di varianti così contagiose, numeri doppi di ricoverati sia nelle aree mediche sia nelle rianimazioni. È il frutto del largo numero di vaccinazioni effettuate”.

Locatelli: “Situazione delicata, ma curva rallenta”. Il parere sulla variante Omicron

Franco Locatelli, oltre a sottolineare che la situazione in Italia è delicata ma che la curva epidemica del Covid-19 sta rallentando, ha parlato al Corriere della Sera degli effetti che la variante Omicron, ormai prevalente nel Paese, ha sulla diffusione del virus. “È stata identificata nell’81% dei casi, pur con significative differenze regionali”, ha detto. Non ci sono evidenze, tuttavia, in merito alla maggiore o minore prevalenza di tale mutazione negli ospedali.

In tanti, nonostante ciò, credono che la Omicron sia meno pericolosa della Delta. “La minor severità delle infezioni osservate nei contagiati da Omicron è data dalle caratteristiche biologiche della variante (minor capacità di legarsi a cellule polmonari) e, soprattutto, dalla presenza della copertura conferita dai vaccini. Sarebbe sbagliato pensare però che Omicron, in soggetti non adeguatamente protetti dal vaccino, non possa determinare malattia grave o anche fatale”, ha concluso l’esperto.