La situazione è ancora critica: c’è stato un primo segnale di decelerazione della contagiosità, ma il trend va confermato la prossima settimana. Questa l’analisi del professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. A Mezz’ora in più ha spiegato i primi effetti sui contagi delle restrizioni introdotte dal governo. «La situazione sarà più gestibile quando Rt sarà sotto all’1%, ma non basta. Il sistema di tracciamento del contagio è saltato». Quest’ultima è un’indicazione importante e al tempo stesso preoccupante, perché – come peraltro ha evidenziato Giorgio Parisi (Lincei) – l’indice Rt potrebbe essere calato proprio perché il sistema di monitoraggio è saltato. In ogni caso il numero dei ricoveri è diminuito, anche nelle terapie intensive. Ma «l’età di coloro che perdono la vita è la stessa della scorsa primavera», ha aggiunto il professor Locatelli, secondo cui gli anziani vanno protetti, non separati dal resto della popolazione.
CARTABELLOTTA (GIMBE) “CURVA FRENA? TROPPO OTTIMISMO”
Prudente nell’analisi anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. «Le parole “rallentamento”, “raffreddamento”, “frenata” hanno generato un ingiustificabile eccesso di ottimismo». Ciò è dovuto ad una variabile interpretazione del vero significato di queste parole. Più semplicemente è diminuita la velocità con cui la curva dei contagi sale. Sono tre invece gli elementi per interpretare in maniera corretta il concetto di rallentamento. «Innanzitutto, il dato deve essere confermato nelle prossime settimane; in secondo luogo può essere influenzato da effetti di saturazione a livello territoriale e ospedaliero; infine, tutte le curve continuano a salire in maniera comunque molto rapida peggiorando la capacità di risposta dei servizi sanitari», ha aggiunto Cartabellotta, come riportato da Open.
Se da un lato c’è una riduzione dell’incremento percentuale dei nuovi casi giornalieri, dall’altro cresce il rapporto positivi-casi testati. Questo per Cartabellotta dimostra «che la curva di crescita rallenta anche per la ridotta capacità di effettuare tamponi». Inoltre, c’è un rallentamento sulla crescita di ospedalizzazioni e terapie intensive, ma non si conoscono i flussi in entrata e uscita dei pazienti. Ciò invece potrebbe essere condizionato dall’effetto saturazione dei posti letto.