Lockdown a Natale in Italia? È una possibilità concreta per il microbiologo Andrea Crisanti, inevitabile. Il “padre” del modello Veneto tira in ballo l’esempio della Gran Bretagna, che ha deciso di introdurre il lockdown durante le vacanze scolastiche. In effetti, Natale potrebbe essere il periodo giusto per introdurre ulteriori restrizioni, visto che solitamente le scuole sono chiuse per le feste, mentre alcune aziende rallentano o si fermano. D’altra parte, ci sono attività per le quali festività come il Natale sono importanti, quindi sarebbe comunque uno scenario con conseguenze ed effetti importanti per alcune fasce della popolazione. Il problema, ed è quello su cui si sofferma Crisanti, è che dobbiamo aspettarci un sensibile aumento dei contagi, quindi il lockdown a Natale potrebbe essere la soluzione migliore per dare un colpo all’epidemia di coronavirus. “Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose: si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo”, ha dichiarato il microbiologo dell’Università di Padova a Studio 24.



CRISANTI AVVERTE “LOCKDOWN A NATALE O SISTEMA COLLASSA”

C’è un altro aspetto da tener presente secondo Andrea Crisanti. “L’impatto che le misure adottate dal Governo avranno lo sapremo tra un paio di settimane”. Per il microbiologo sono misure “di buonsenso”. Anche se hanno un impatto sulla qualità della vita, bisogna concentrarsi però “sulla capacità che abbiamo di bloccare la trasmissione del virus sul territorio”. Per la serie il fine giustifica i mezzi, concetto ha guidato le precedenti mosse del Governo. Crisanti ha fatto anche un esempio concreto per rendere l’idea di ciò a cui andiamo incontro: “In Veneto abbiamo avuto 366 casi e 360 isolamenti, ogni caso genera almeno 10-15 contatti quindi avremmo in isolamento almeno 5mila persone”. Quindi, meglio fermarsi temporaneamente a Natale che finire in isolamento, senza contare l’incognita del decorso che l’eventuale malattia può avere. È un rischio che non ci si può assumere. “Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 10-12mila casi al giorno”.



Lockdown a Natale, dunque. Questa la proposta del microbiologo Andrea Crisanti, una proposta che potrebbe trasformarsi in uno scenario inevitabile per come stanno ora le cose. Un modo per fermare l’epidemia e per aiutare il sistema che “è collassato”, perché “i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus”.

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