Autogrill è il primo operatore al mondo specializzato nella ristorazione in viaggio. Con il suo motto “Feeling good on the move” propone un servizio fondato sulla mobilità, grazie alla sua importante presenza sulle autostrade e negli aeroporti. Conta oltre 60mila dipendenti nel mondo di cui ben 10mila in Italia con un fatturato annuo che sfiora i 5miliardi di euro. Abbiamo intervistato Gabriele Belsito, HR Director Europa e Italia, per comprendere quale impatto sta avendo la crisi sanitaria attuale su questa azienda che ha rallentato drasticamente la sua attività, ma che ha ancora qualche punto vendita attivo, e capire come vengono gestite le risorse interne in questo clima di totale incertezza.



Come si è evoluta la risposta di Autogrill con l’avanzare del Covid-19 e come ha impattato sul vostro mondo?

Premesso che il nostro settore vive di mobilità, la crisi ci ha investiti sin dal primo caso di Codogno. Infatti, i decreti emanati hanno limitato in maniera importante la mobilità e di conseguenza la nostra realtà. La risposta di Autogrill è stata quella di costituire un’unità di crisi di massimo livello per prendere decisioni velocemente. Avendo punti vendita anche nella zona rossa, ci siamo confrontati da subito con la problematica e in linea con le misure indicate dal Governo siamo arrivati poi al lockdown in maniera progressiva. Prima abbiamo chiuso i negozi nelle zone critiche, successivamente i centri commerciali, poi le stazioni e gli aeroporti. Siamo rimasti attivi solo in autostrada con un numero di dipendenti limitati e garantendo la massima sicurezza: cartelli, sanificatori e mascherine, strisce per terra per far mantenere le distanze. Inoltre, i clienti sono invitati a consumare i prodotti al di fuori del punto vendita così come dispone il Dpcm.



Ci sono differenze di gestione tra i dipendenti italiani e quelli europei?

Avendo una visione totale europea, la differenza lampante è la velocità di decisione e di approccio degli altri Stati. In Belgio, ad esempio, hanno presentato il decreto in diretta tv, spiegando esattamente come le aziende si sarebbero dovute comportare coi dipendenti, ovvero favorendo prima lo smaltimento delle ferie per poi passare alla cassa integrazione pagata dallo Stato. La Spagna ha centralizzato tutte le decisioni a Madrid proponendo una disoccupazione speciale. In Italia invece abbiamo molte complicazioni, è tutto molto confuso e anche l’accesso agli ammortizzatori sociali incontra qualche ostacolo.



Come stanno vivendo questa situazione i dipendenti, sia quelli operativi che quelli costretti a casa?

È chiaro che non possiamo eliminare l’incertezza o la paura delle persone. Il nostro ruolo è quello di rassicurare i nostri collaboratori attivandoci concretamente. In primo luogo, fornendo la massima tutela sanitaria, sia lato misure igieniche, sia stipulando una copertura assicurativa sanitaria straordinaria per i 10mila dipendenti italiani, specifica sul rischio contagio da coronavirus che offre garanzie in caso di ricovero. Poi abbiamo assicurato lo stipendio ai collaboratori costretti a casa attivandoci con i diversi ammortizzatori sociali. Inoltre, per agevolare i nostri collaboratori nell’acquisto di beni alimentari di prima necessità, abbiamo previsto la possibilità di acquistarli direttamente nei nostri punti vendita con uno sconto del 40%. Questo per salvaguardarli anche dalle lunghe code dei supermercati.

Come sono stati comunicati questi piani?

Abbiamo intensificato la nostra comunicazione interna. Il nostro Amministratore delegato ogni settimana racconta quello che sta accadendo a livello aziendale e io personalmente ho incontrato telematicamente tutti i direttori dei punti vendita e facciamo il punto della situazione. Abbiamo anche preparato un memorandum interno inerente alla gestione della crisi che i direttori dei punti vendita illustrano a cascata ai loro collaboratori. I risultati sono testimoniati dal fatto che molti collaboratori inviano foto oppure video in cui esprimono il loro desiderio di ripartire. Questi contenuti vengono condivisi sulla nostra intranet e questo sta creando un clima di coinvolgimento interno, seppur in momento estremamente difficile per tutti.

Cosa cambierà nel rapporto con i clienti dopo la crisi e che novità ha portato a livello organizzativo?

Ci sarà sicuramente una modifica della fruizione dei nostri servizi su cui stiamo già lavorando. La mobilità e i rapporti sociali probabilmente cambieranno e così anche Autogrill saprà rispondere al meglio alle nuove esigenze con nuove forme di erogazione di servizio. A costo di essere una voce fuori dal coro, ritengo che questa crisi non abbia proprio nulla di positivo. Posso però evidenziare degli aspetti interessanti emersi internamente. Prima tra tutte la velocità pazzesca di reazione e problem solving non appena scattata l’emergenza. Siamo certi che da questa situazione di straordinaria emergenza potremo trarre insegnamenti importanti anche per eventuali crisi future.

(Luca Brambilla)

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