«L’Italia sceglie ancora la strada del cilicio inquisitorio con i lockdown da weekend»: a scriverlo su Twitter è Giorgio Gilestro, neurobiologo e professore associato all’Imperial College di Londra, una delle realtà più autorevoli in campo scientifico in tutto il mondo. Insomma, le ipotesi che circolano su possibili modifiche al Dpcm – con lockdown e zona rossa nei weekend e con ulteriori misure di chiusura poste dal Cts al Governo – non piacciono affatto allo scienziato che commentando le restrizioni italiane aggiunge «Lo stillicidio dell’economia aperta e le scuole chiuse. Il tutto condito dalla beffa Kafkiana delle autocertificazioni in carta semplice. Non ho più nulla da offrire a parte inutile sarcasmo».
La critica è duplice: da un lato il settore economico che vive di “altalene” continue e che si ritrova nella particolare destinazione tra weekend e settimana (come se il Covid ‘scegliesse’ quando palesarsi, ndr), dall’altro la chiusura delle scuole che viene ampiamente contestata dal neurobiologo.
IL NODO LOCKDOWN E SCUOLE CHIUSE
Già lo scorso 4 marzo sempre su Twitter Gilestro aveva sottolineato l’insipienza di un criterio “punitivo” sulla scuola e inefficace sul resto: «In un lockdown qualsiasi danno economico si può sanare con un “ristoro” ma per chi non va a scuola non c’è ristoro possibile: non si può educare via bonifico bancario. La scuola deve sempre essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire». La discussione sui social si era così animata che lo stesso scienziato ha dovuto precisare quanto intendesse in due successivi post su Twitter: nel primo, afferma «Mi sembra assurdo doverlo spiegare ma tant’è: questo NON vuol dire che il lockdown non ha costi economici. Vuol dire che per certe cose non esiste “ristoro” possibile e la scuola è una di queste».
Nel secondo, conclusivo, il prof. dell’Imperial College conclude «Ogni attività sociale contribuisce al contagio, inclusa la scuola. Quando si decide cosa chiudere il trade off è fatto da questo: da un lato l’effetto che ha sul contagio, dall’altro sulla società. La scuola a volte va chiusa ma dovrebbe essere l’ultimo bastione».