Lockdown in Italia? Il professor Franco Locatelli lo esclude, per ora. “Non ritengo vi siano elementi che possano indirizzarci a prevedere un prossimo, nuovo lockdown”, dichiara il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Locatelli esclude anche che un lockdown possa concretizzarsi “in un tempo così definito, ma ancora relativamente lontano, quale le festività natalizie”. I casi crescono, ma Locatelli non è allarmista. “Sarà determinante quello che ognuno di noi nei comportamenti individuali sarà in grado di fornire come contributo per evitare che l’incremento di nuovi casi giornalieri assuma un andamento esponenziale sfuggendo al controllo”. Franco Locatelli si affida, dunque, al buonsenso degli italiani, convinto che la tendenza si possa ancora invertire. “Siamo certamente in tempo, ma dipende da come i singoli cittadini e, insieme, come Paese, siamo disposti a fare, perché questo possa avvenire”.
LOCATELLI “TRASPORTI? NON CI SONO FOCOLAI”
“Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole”, dichiara Franco Locatelli oggi al Corriere della Sera. A preoccupare è il fatto che la ripresa della curva epidemica coinvolga tutte le Regioni, con maggiore concentrazione in alcune. “Guardiamo ad esempio Lombardia, Campania e Piemonte”. E poi ci sono molti focolai sparsi, quindi identificarli e bloccare le catene di trasmissione per limitare la propagazione del coronavirus. Altrettanto delicato è il tema dei trasporti, perché “i mezzi di trasporto, soprattutto in alcune ore del giorno, certamente rappresentano un potenziale luogo dove possono formarsi assembramenti, da evitarsi nel modo più assoluto”. D’altra parte, il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Cts precisa che al momento “non sono disponibili dati che possano far ricondurre la modifica del trend della curva dei contagi al loro utilizzo né, tantomeno, sono stati segnalati focolai”. Invece quelli intrafamiliari sono al 70%. “Il rischio è che la famiglia, intesa sia come persone sia con riferimento alla sfera abitativa, possa essere percepito come il luogo in cui si è meno portati ad adottare misure atte a preventive il contagio”.
LOCATELLI “REGOLA DEL 6? UNA RACCOMANDAZIONE”
Nell’intervista Franco Locatelli ha affrontato anche il tema della regola delle 6 persone a casa, previsto dal nuovo Dpcm. “Non è una legge ma una raccomandazione”, precisa al Corriere della Sera. Lo stesso esperto del Comitato tecnico scientifico (Cts) ha precisato che non c’è una indiscutibile evidenza scientifica, ma quella raccomandazione “è fondata su un principio ispiratore improntato a massima precauzione e strettamente connesso alla logica di evitare assembramenti in luoghi chiusi”. Infine, sulla disponibilità di posti letto di terapia intensiva: “Al momento nessuna Regione ha esaurito le risorse a disposizione”. Locatelli spiega anche che c’è una quota elevata di posti letto convenzionali che possono svolgere funzioni di supporto. “Anche se si assistesse a un ulteriore incremento del numero di pazienti, sono disponibili posti di terapia sub-intensiva prontamente convertibili in intensiva. Sempre che dovesse essere necessario”, ha concluso Locatelli.