Da Xian fino a Yanan, la situazione del lockdown in Cina sembra essere tornata quella nefasta di Wuhan: a differenza di allora però, la conta dei casi positivi al Covid-19 sembra assai ridotta e nonostante i vaccini cinesi non efficaci come quelli europei-americani l’impatto sulle strutture ospedaliere è limitato.
Questo però non toglie una mano durissima del regime nel tentare di reprimere sul nascere qualsiasi tipo di focolaio nel Nord del Paese: secondo quanto riportato dalla CNN nelle ultime ore è diventato un caso la denuncia di una persona sul social “Weibo” in merito al dramma che sta vivendo recluso in casa. «Qualcuno può salvarmi? Sto per morire di fame in casa»: le restrizioni forzate a 13 milioni di abitanti a Xian arriva fino a questo punto, con l’impedimento categorico (pena il carcere, o chissà cos’altro) da dopo Natale di uscire di casa se non per i test di massa. Fino a prima del 26 dicembre era possibile ogni due giorni la spesa per un solo componente a nucleo familiare, ora neanche più questo.
CAOS LOCKDOWN IN CINA: LO SCONTRO SUI SOCIAL
Per capire il livello assurdo e angosciante della situazione cinese ci pensa lo stesso quotidiano locale “Global Times”: ad oggi sono stati contati 175 contagi confermati a Xian. 175 casi e un lockdown che somiglia in tutto e per tutto ad un arresto domiciliare che non può che comportare problemi per chi magari vive da solo o peggio è in situazione sanitarie preoccupanti e fragili. Il “Guardian” dal Regno Unito sottolinea come il dato sui contagi in Cina sia «il più alto dal marzo dello scorso anno»: a Xian è partito il quinto ciclo di test di massa mentre il “Global Times” rileva come da inizio mese la città abbia segnalato 810 casi confermati di coronavirus. Paragoni e confronti “lunari” rispetto alle discussioni al momento nel nostro Paese: un “segno” però di come non tutti riescano a “vedere” un problema enorme nella modalità di “trattare” il popolo che impone il regime cinese, è offerto da una discussione social tra due giornalisti avvenuta nelle scorse rose. Il creatore e curatore di “Econopoly24” sul “Sole 24 ore” Alberto Annichiarico, postando un pezzo del “Financial Times”, scrive «La paura per la scarsa efficacia dei loro vaccini (e chissene se hanno vaccinato l’85%) li fa uscire pazzi per 100 casi. E murano vive le persone». Gli risponde subito sotto Nicola Melloni, columnist e accademico di “MicroMega”, difendendo il metodo “Covid 0” di Pechino: «dopo i primi 3 mesi hanno tenuto aperto tutto e salvato centinaia di migliaia di vite umane con questo loro “uscire pazzi”»; inevitabile la controreplica del giornalista del “Sole” che cita anche una testimonianza diretta dalla Cina, «Non immaginavo quanti filocinesi ci fossero in Italia. Li invito a trasferirsi. Mio fratello vive lì e la strategia Covid 0 gli ha impedito di vedere la moglie che moriva di cancro mentre lui era in isolamento, di rientro dal lavoro in Kuwait (era negativo)». Di discussioni sui social a sfondo Covid ne capitano ogni due per tre, ma fa specie come all’interno del mondo giornalistico non si pensi come quantomeno sia problematico un approccio repressivo come quello attuato dalla Cina…