«Ad oggi lato Regione Lombardia non si ipotizza nemmeno lontanamente di andare verso un lockdown stile marzo e aprile e io lo condivido», spiega il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo il vertice con il Governatore della Lombardia e gli altri sindaci lombardi. In un rinnovato tandem “bipartisan”, il primo cittadino milanese aggiunge «Fontana ha sottolineato che a nuove restrizioni deve corrispondere ristoro da parte del governo, indicando quanto e quando rispetto a chi viene chiuso». Rispetto allo scenario drammatico che il Cts lombardo aveva sollevato lo scorso 19i ottobre (da min. 435 a max 800 terapie intensive), Sala sottolinea i dati migliori di questi ultimi giorni: «Il Comitato tecnico scientifico ha detto che probabilmente le misure che abbiamo già preso possono avere inciso, poco, perché siamo ancora in una fase iniziale, di fatto però probabilmente i comportamenti della gente, un po’ spaventata, un po’ sensibilizzata, hanno portato a qualcosa che non può essere letto con totale serenità ma prendiamo atto che è un filo meglio di quanto si poteva immaginare 10 giorni fa. Questa è la situazione ad oggi». In una nota pubblica il Presidente Fontana contesta le decisioni del Governo mostrate oggi da Conte nelle anticipazioni del prossimo Dpcm: «Un modello che non coincide con quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni secondo cui non bisognava differenziare i provvedimenti tra territori e territori, ma agire con scelte di carattere nazionale. Richiesta, questa, a oggi, non accolta dall’Esecutivo». Il Governatore leghista spinge perché il Governo non approvi le restrizioni diverse tra le Regioni, anche se la “triplice” fascia di rischio sembra ormai cosa fatta nella composizione del nuovo Dpcm di Palazzo Chigi. (agg. di Niccolò Magnani)
ORDINE DEI MEDICI “SUBITO LOCKDOWN”
Un lockdown a Milano immediato ed efficace. È quello che chiede l’Ordine dei medici della città (Omceo). «Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile». Questa la premessa del presidente Roberto Carlo Rossi, che chiede quindi alla politica di intervenire. «Non esistono piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità», la frecciata che manda in merito ai contrasti emersi tra Governo e Regioni. «La situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se inoltre non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il proprio lavoro». Infine, il presidente dell’Ordine dei medici di Milano evidenzia la ferma e unanime decisione del nuovo Consiglio milanese dell’Ordine nell’avanzare la richiesta di provvedimento restrittivi immediati. Ma secondo quanto riportato da Sky Tg24, la Regione e i sindaci vorrebbero scongiurare un lockdown. (agg. di Silvana Palazzo)
LOCKDOWN MILANO O LOMBARDIA? RISCHIO LOCALI CHIUSI
La situazione è in costante evoluzione e ancora non ha assunto una precisa connotazione nemmeno dopo l’intervento del Presidente Conte in Parlamento con le comunicazioni sul nuovo Dpcm: detto questo, se un lockdown a Milano sembra essere del tutto escluso – lo hanno confermato sia Fontana che Sala ancora stamattina – nel vertice con i sindaci potrebbe emergere la possibilità che la Regione venga inserita dal Governo in una delle tre fasce che verranno introdotte dal prossimo Dpcm. Il decreto che Conte firmerà entro la giornata di mercoledì individuerà tre aree nazionali in cui apparteranno le regioni italiane sulla base del coefficiente di rischio della regione, con misure differenziate: come ha spiegato lo stesso Premier, l’appartenenza alle singole aree sarà decisa dal Ministero della Salute sulla base delle variazioni periodiche e saranno ordinanze specifiche a determinare l’ingresso-uscita di una Regione dalla relativa fascia in base alle evoluzioni del contagio. «Questi scenari – ha aggiunto Conte – dovranno tener conto dell’indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali»: con la Lombardia già in “scenario 4” (secondo il piano Iss sulla prevenzione anti-Covid) la possibilità che si estendano le misure restrittive è molto alta. In questo caso dunque il lockdown regionale potrebbe essere la “via” intrapresa: chiusi negozi al dettaglio – bar, ristoranti, parrucchieri, tutto ciò che non è supermercato, alimentati, farmacie e tabaccai – e coprifuoco notturno dalle 21 con obbligo di autocertificazione. (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVO DPCM “SALVA” LA LOMBARDIA DAL LOCKDOWN?
L’incontro tra il Governatore Attilio Fontana e i sindaci dei capoluoghi della Lombardia è stato confermato e avverrà alle 15 in videoconferenza con il Pirellone, ma non dovrebbe portare ad un lockdown su Milano o su altre aree lombarde. Il motivo è duplice: da un lato ancora ieri il Presidente leghista ha già fatto capire che non vi sono soluzioni pratiche come zone rosse locali, a quel punto ‘meglio’ sarebbe il lockdown nazionale; d’altro canto, l’evoluzione delle misure nazionali che arriveranno nel prossimo Dpcm dovrebbero in sostanza “salvare” la Lombardia e Milano stesso dall’ipotesi di una zona rossa locale. In attesa delle comunicazioni di Conte in Parlamento in giornata, il Governo avrebbe trovato una quadra sul coprifuoco nazionale alle ore 21 mentre è in corso ancora la trattativa con le Regioni per le maggiori chiusure territoriali (su attività, centri commerciali e bar): l’ipotesi di un lockdown localizzato viene così escluso, con la possibilità nel Dpcm che comunque le Regioni possano avere il potere di strette ulteriori, ma pagando a loro spese gli eventuali rimborsi-ristori da erogare. «Se fermiamo Milano fermiamo la Lombardia», ha spiegato il Governatore Fontana, condivisa anche dal sindaco di Milano Beppe Sala. (agg. di Niccolò Magnani)
INCONTRO FONTANA-SALA-SINDACI LOMBARDIA
Per Milano è cominciata una giornata decisiva, quella in cui probabilmente si deciderà di procedere con il lockdown per l’Area metropolitana. Il governo vorrebbe accelerare qui e in altre città italiane finite sotto osservazione. Ma Attilio Fontana vuole prima confrontarsi con il sindaco Beppe Sala. Per questo ha convocato per oggi Anci Lombardia e i sindaci di tutti i capoluoghi di provincia. Vorrebbe che fosse il governo a fare la prima mossa, ma a Palazzo Lombardia e a Palazzo Marino si considera fondamentale il vertice di oggi. Qualcosa verrà fatto, questo sembra ormai scontato. Il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno sempre considerato il lockdown a Milano e nella sua Area metropolitana come l’ultima ratio. Preferirebbero procedere per step e aggiungere restrizioni a quelle già attive, ma in modo graduale e senza bloccare tutto. In ogni caso, ritengono che sia comunque meglio prendere provvedimento omogenei, come è stato per il coprifuoco alle 23, visto che i contagi non possono più essere circoscritti ad alcune aree.
LOCKDOWN MILANO? TRENITALIA TAGLIA COLLEGAMENTI
Se lockdown deve essere, che sia nazionale. Questa la posizione anticipata dal governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ed espressa durante l’incontro di ieri con il governo in vista del nuovo Dpcm. «Se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown facciamolo, ma no a un lockdown territoriale perché se fermiamo Milano si ferma la Lombardia», ha dichiarato il governatore. Fontana propone di ridurre la capienza dei trasporti, allungare il coprifuoco e tenere a casa gli over 70, ma le considera comunque misure interlocutorie. «Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati». Intanto Trenitalia, secondo fonti sindacali riportate da Il Giorno, ha predisposto un piano di soppressioni di corse sulle linee nazionali, a partire da oggi, nella previsione di un calo degli spostamenti, già crollati. Su Milano centrale è prevista la cancellazione temporanea di una trentina di collegamenti con le principali città italiane.
LOCKDOWN MILANO? SALA “SERVE BUONSENSO”
Più possibilista sul lockdown a Milano è il sindaco Beppe Sala, che nei giorni scorsi ha mostrato qualche timida apertura a riguardo. «Io non voglio passare per il paladino di ‘non si chiude’, potete immaginare quanto mi stiano ributtando addosso il ‘Milano non si ferma’ e va bene, io sono qui per prendermi le mie responsabilità e non è questo il punto, ma voglio che venga fatto con buonsenso», ha dichiarato il primo cittadino meneghino. Oggi, dunque, farà il punto con il governatore Attilio Fontana e gli altri sindaci lombardi. Secondo quanto riportato da Fanpage, le decisioni potrebbero arrivare nel pomeriggio. «Esamineremo i dati, ascolteremo i rappresentanti del mondo medico e scientifico, vedremo se le misure già faticose per cui la gente protesta messe in atto nei giorni scorsi avranno dato qualche risultato, e poi decideremo come fare», ha dichiarato Sala sui social. I cittadini di Milano, già in attesa del Dpcm del governo, attendono anche questo incontro decisivo per capire se il lockdown sarà realtà.