«Il lockdown selettivo per gli anziani può servire?»: parte da questa domanda lo studio pubblicato da Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) anticipato oggi da Repubblica sulla possibilità di trovare alternative al lockdown generalizzato, autentico “spauracchio” per la tenuta economica, sociale e comunitaria del Paese. Dopo una serie di dati, analisi e considerazioni, le conclusioni dello studio vengono rilanciate oggi da Rep e si profila in una proposta molto concreta formulata al Governo: «se costringessimo gli anziani all’isolamento protettivo salveremmo la vita di centinaia di migliaia di persone». Il tema è molto delicato, anche perché viene concepito “anziano” un over60, e non è la prima volta che viene formulato tra le “ipotesi” per evitare un lockdown totale: ora però lo studio Ispi formula dei dati e degli scenari per provare a capire il motivo di un “vantaggio” simile. Il lockdown selettivo per classi di età è una soluzione intermedia che «potrebbe salvare dal 50 al 98 per cento delle persone che morirebbero se si lasciasse correre liberamente la pandemia», spiegano i ricercatori diretti da Matteo Villa, Ispi Research Fellow Europa e Governance Globale.
LO STUDIO ISPI SUGLI OVER 60: “CHIUSURE SELETTIVE”
«Pur con tutti i dubbi etici e le questioni politiche – spiega l’autore dello studio – è una soluzione che crediamo debba essere presa in considerazione da subito, vista la fase grave in cui si trova oggi la pandemia»: nella pandemia Covid-19, mentre l’Italia si interroga in pochi giorni se seguire Francia e Germania o imboccare un’altra strada, l’Ispi avanza la proposta “choc”. «L’isolamento selettivo delle fasce di popolazione più a rischio, una strategia per ritardare il più possibile un nuovo provvedimento restrittivo e tragico e per contenere significativamente la pressione sul sistema sanitario», spiega ancora Villa mostrando i numeri dello studio. Ad oggi l’82% dei morti positivi al Covid aveva più di 70 anni, il 94% ne aveva più di 60: «sarebbe sufficiente isolare gli ultra ottantenni per dimezzare la mortalità diretta del virus. Se poi riuscissimo a isolare efficacemente gli ultra-sessantenni, la mortalità sarebbe dieci volte inferiore». In maniera ancora più diretta, l’Ispi sottolinea nelle conclusioni dello studio «in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460.000 persone senza isolamento, a 120.000 (-74%) se si isolassero gli ultra settantenni e a 43.000 (-91%) se si isolassero gli ultra sessantenni. La mortalità totale in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over 70, e del 7% con isolamento degli over 60».