Sale la tensione in Olanda: le proteste anti-lockdown ieri hanno portato a numerosi scontri tra polizia e manifestanti i quali protestavano contro il coprifuoco. Le maggiori manifestazioni violente, come riferisce Corriere della Sera, sono state registrate soprattutto ad Amsterdam e Eindhoven, dove gli agenti di polizia hanno dovuto usare cannoni ad acqua e lacrimogeni per disperdere i dimostranti tra cui non mancavano anche molti sostenitori di gruppi anti-immigrati. Già ieri erano stati annunciati circa 30 arresti a Eindhoven, numeri oggi più che raddoppiati.



Stando a quanto rivela l’agenzia di stampa Ansa, sono infatti centinaia le persone arrestate in Olanda in seguito alle proteste anti-lockdown che sono poi culminate in feroci scontri con la polizia. Il premier Mark Rutte, parlando con la stampa, ha esposto la sua linea durissima commentando: “Questa è violenza criminale, non una protesta. E la tratteremo come tale”. Quella di ieri è definita come una delle più violente manifestazioni in Olanda dall’inizio della pandemia.



LOCKDOWN, PROTESTE IN OLANDA: CENTINAIA DI ARRESTI

Solo il giorno prima delle violente proteste che si sono registrate ieri, nel piccolo paesino di Urk, un gruppo di giovani violenti aveva dato fuoco ad un laboratorio di test per il Covid. La scorsa domenica però le proteste sono proseguite con i manifestanti che hanno dato fuoco ad auto e cassonetti e lancio di pietre contro la polizia. Nei giorni scorsi il governo olandese aveva deciso per il prolungamento del lockdown di ulteriori tre settimane, fino al prossimo 9 febbraio. Lo aveva annunciato il primo ministro Rutte. Sebbene il confinamento sarebbe dovuto terminare lo scorso 19 gennaio, il numero ancora molto consistente di contagi aveva portato a correre ai ripari, soprattutto per via dei timori della variante britannica del virus. Nel corso della conferenza stampa Rutte aveva annunciato: “Il prolungamento del lockdown non credo dunque vi sorprenda”. Inattese, forse, proteste così violente.