Dopo il retroscena avanzato dal Corriere della Sera – il quotidiano tra i più vicini alle fonti di Palazzo Chigi sulle novità dei Dpcm in tutti i mesi dell’emergenza – arriva la quasi immediata contro-smentita di altre fonti della maggioranza, questa volta in casa Partito Democratico. «Non è per ora sul tavolo del governo la discussione su un nuovo dpcm per il lockdown totale», spiegano le stesse fonti dem in merito all’ipotesi di un lockdown totale dal 15 novembre prossimo. «Al momento non esiste una ipotesi del genere» avrebbe spiegato al Messaggero un Ministro Pd di primo piano informato del retroscena circolato stamattina: come nelle settimane prima dell’ultimo Dpcm (e già diverse altre volte negli scorsi mesi), si rincorrono “voci”, “retroscena” e “bozze” dalle diverse anime del Governo Conte-2 sui prossimi provvedimenti da prendere per contrastare la pandemia sanitaria. E così riaccade anche sul potenziale “nuovo lockdown”: come ha spiegato invece oggi in conferenza stampa il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, «La curva del contagio in Italia è molto preoccupante. Per renderla meno pericolosa servono provvedimenti». (agg. di Niccolò Magnani)



SILERI “CURVA GIÙ ENTRO IL 15/11 SE NO MISURE PIÙ STRETTE”

Sull’ipotesi di un lockdown totale in Italia a partire dal prossimo 15 novembre, si è espresso il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, che parlando con Rainews24 ha spiegato: “Tutto dipende dall’andamento del virus in risposta anche alle ultime misure, non solo al dpcm ma anche all’obbligo mascherine all’aperto che molte regioni avevano già introdotto”. L’esponente del governo ha aggiunto: “Mi auguro un appiattimento della curva se non sarà così serviranno misure più diffuse, e non andrei oltre il 15-20 novembre. Il monitoraggio consente di prendere azioni a seconda della capacità diagnostica, del contact tracing e della capacità degli ospedali di accogliere chi sta peggio. Se dovesse esserci un rapido peggioramento si capisce che allora si dovrebbe agire. Ma non è ciò che sta accadendo”. Sileri ha volto lo sguardo anche a Natale, invitando la popolazione ad evitare grandi feste in famiglia: “Anche a Natale dovranno essere ridotti ed evitati quanto più possibile i contatti interumani e i rischi d’esposizione, si tratterà di usare le stesse misure che adottiamo oggi e andranno evitati anche cene e pranzi familiari numerosi”. Quindi, tornando ad un’eventuale zona rossa totale: “Se la curva invece non dovesse appiattirsi o ridursi si tratterà di avere un’Italia tutta rossa ed è quello che dobbiamo scongiurare”. (aggiornamneto di Davide Giancristofaro)



LOCKDOWN TOTALE DAL 15 NOVEMBRE? IL GOVERNO CI PENSA: ZONA ROSSA E NUOVE MISURE

Per il lockdown totale, ovvero, tutta l’Italia in zona rossa, la data fatidica sarà il 15 novembre. E’ questo quanto filtra nelle ultime ore dai corridoi di Palazzo Chigi, così come riportato dai principali quotidiani online, a cominciare dal Corriere della Sera. Nei prossimi 5 giorni, quindi, l’esecutivo deciderà se altre regioni affiancheranno Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria, già di fatto “in lockdown” dopo le ultime misure restrittive. Oggi, intanto, sarà la volta di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria passare da giallo ad arancione (l’ordinanza diverrà effettiva da domani), mentre nelle prossime ore dovrebbe arrivare la decisione in merito alla Campania, che dovrebbe diventare direttamente rossa, così come auspicato dal governatore De Luca. Ovviamente sarà decisiva la crescita dei contagi e nel contempo, la situazione ospedaliera, e qualora si arrivasse ad una soglia critica, a quel punto si opterà per il lockdown totale in tutto il paese.



LOCKDOWN TOTALE DAL 15 NOVEMBRE? NUMEROSI APPELLI NEGLI ULTIMI GIORNI

Numerosi gli appelli ad un lockdown totale nel corso degli ultimi giorni, a cominciare dalla Fondazione Gimbe, passando per quella degli ordini dei medici, l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi), e arrivando fino alle organizzazioni di infermieri regionali. Secondo quanto spiegato da una fonte governativa all’Agi, non è inoltre da escludere che in caso di totalità dell’Italia in zona Rossa, vengano inasprite alcune misure già in atto, facendo di fatto catapultare il Belpaese in una fase molto simile a quella già vissuta a marzo e ad aprile. Ad esempio, scrive a riguardo il Corriere della Sera, si potrebbero chiudere i ristoranti il sabato e la domenica (ora fanno solo asporto e delivery in zona rossa), nonché altre attività commerciali che hanno ottenuto delle deroghe per rimanere aperte. “Per poter ottenere un più efficace appiattimento della curva globale dei contagi – scrive ancora il quotidiano di via Solferino – è assolutamente opportuno implementare nuove misure che possano sovrapporsi ai primi effetti positivi dei recenti provvedimenti”.