Il lockdown deciso dal Governo durante l’emergenza coronavirus? Un abuso. Lo stabilisce un giudice di pace di Frosinone, che lo scorso 15 luglio ha accolto il ricorso di un uomo che l’11 aprile era stato multato in quanto aveva violato l’obbligo di restare a casa disposto dal Dpcm di Giuseppe Conte. Con il suo legale, l’avvocato Giuseppe Cosimato, ha presentato ricorso contro la sanzione che è stato giudicato fondato, motivo per il quale non dovrà pagarla. A meno che la prefettura non faccia ricorso per il Governo, la sentenza potrebbe fare scuola, in quanto la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio sullo stato di emergenza e i Dpcm varati dal premier Giuseppe Conte non sono leggi, ma atti amministrativi, quindi il giudice può disapplicarli. La vicenda è stata ricostruita da Il Tempo, che riporta la sentenza e spiega che non c’è parte nella Costituzione dello stato di emergenza come potere conferito al Governo per ragioni sanitarie. È pur vero che tutto è stato “sanato” col decreto legge che ha assorbito lo stato di emergenza e i Dpcm, ma la decisione del giudice di pace Emilio Manganiello riguarda un fondamento della Costituzione, cioè l’articolo 13, secondo cui “la liberta personale è inviolabile”. Quindi, “non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria”. Quindi, il Governo ha abusato dei suoi poteri: un decreto legge non può sostituire il giudice, può farlo un “atto motivato dall’autorità giudiziaria”.



“LOCKDOWN UN ABUSO”, GIUDICE CONTRO DPCM CONTE

L’unica conseguenza pratica della decisione del giudice è che l’uomo di Frosinone non debba pagare la multa per aver violato l’obbligo di restare a casa. Ma è facile immaginare l’impatto di un verdetto di questo tipo. Secondo quanto riportato da Il Tempo, se dovesse essere presentato ricorso, esso verrebbe portato in tribunale. Se qualcuno dovesse tirar fuori la questione della costituzionalità, allora sul lockdown se ne potrebbero vedere delle belle. Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza facendo riferimento a norme che però non lo prevedono per motivi di ordine sanitario. Inoltre, il giudice di pace fa notare che la libertà di circolazione “non può essere confusa con la libertà personale: i limiti della libertà di circolazione attengono a luoghi specifici il cui accesso può essere precluso, perché, ad esempio, pericolosi; quando invece il divieto di spostamento non riguarda i luoghi, ma le persone, allora la limitazione si configura come limitazione della libertà personale”. L’ordinamento giuridico italiano però non permette al legislatore di imporre l’ordine di restare a casa, ma solo l’autorità giudiziaria con un atto motivato.

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