“La pandemia non è ancora sconfitta”, dice Mario Draghi, e mentre parla muove il minor numero possibile di muscoli facciali, un campione di poker non saprebbe superarlo: “Ma s’intravede – prosegue il premier – con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana”. Caspita! Avete letto bene? Anche se molti italiani, forse un po’ frettolosi e soprattutto – ahiloro, ahinoi – abituati alle esternazioni diluviali dei politici standard, si saranno detti “tutto qui?”, quelle parole del premier pesano come piombo.



Tutto qui un corno, insomma. Il metro per capire Draghi e quel che dice – quel poco che dice – è tutto diverso. C’era chi parlava brandendo barattoli di nutella, chi brindava dal balcone alle sconfitte della povertà. E c’è chi parlava e oggi continua a parlare col metronomo severissimo e ingessato dei banchieri centrali: come fa lui, come fa Mario Draghi.



Un’espressione iperprudente come: “S’intravede una via d’uscita non lontana”, sulle labbra di un banchiere centrale è un’iperbole. È come se noi, come se un qualunque signor Rossi, urlasse tremante d’emozione: “Ma ragazzi, stiamo per farcela!”. 

È chiaro o non è chiaro? Draghi è un contagocce di parole. E tra le poche che ha distillato nel discorso dell’8 marzo, queste dodici (“s’intravede…”) sono le parole salienti, a voler considerare com’è giusto che sono state pronunciate in “banchierese”, il gergo trattenuto e quasi criptico dei banchieri centrali.



Significano che Draghi ritiene di poter accelerare sui vaccini sia sul fronte delle somministrazioni – affidate all’esercito, la risorsa giusta per le attività semplici però massive – sia sul fronte degli approvvigionamenti, e questo è meno scontato. Però ricordiamoci che Draghi alza il telefono e quando vuole parla con Biden come con l’amministratore delegato della Pfizer, Conte – senza offesa – alzava il telefono e parlava con la zia. 

Magari Draghi sa cose che i giornali non sanno.

Quindi le poche battute del premier dell’altra sera, tra l’altro esplicitamente proiettate ad infondere fiducia, un po’ realmente ne meritano.

Ma c’è un secondo fronte, accanto a quello cruciale delle vaccinazioni di massa, sul quale Draghi si giocherà nei prossimi giorni una gran fetta della sua personale credibilità e di tutto ciò che gli italiani possono dare o negare a un governo in termini di adesione attiva alla linea di comportamento dettata da Palazzo Chigi: è il fronte dei famosi, stramaledetti “ristori”.

Il governo ha soldi da distribuire. Deve farli arrivare presto e bene a destinazione. Deve surclassare i risultati del precedente esecutivo: trovare il modo non sarà facile, ma deve trovarlo, e sicuramente Draghi è l’uomo giusto per provarci. Certo, si scontrerà nel vivo del male oscuro del nostro Paese, la collina del disonore burocratico, che boicotta nella sabbia mobile dell’inefficienza anche la più urgente delle iniziative. Però c’è da fidarsi, almeno fino a nuov’ordine, del premier perché è uno che nel mondo ovattato della banche centrali ha saputo forzare la mano, costruirsi un cordone sanitario di tolleranza, se non di sostegno, e imporre la sua linea. Difficilmente si farà fermare dai mandarini dei ministeri, ex colleghi di quando lui, al Tesoro, pesava più di un ministro e volava una spanna al di sopra di tutte le loro teste.

Di pari passo, ci sarà poi nei prossimi pochi giorni la gestione delle misure di contenimento. Ieri sera, il governo ha fatto sapere di star “valutando le considerazioni che sono arrivate dal Comitato tecnico-scientifico ma una decisione su nuove chiusure non è al momento sul tavolo e non è attesa ad horas”. Anche questo vuol essere un segnale non di fiducia ma di gradualità: a mali estremi, estremi rimedi – sembra di sentir dire a Draghi – ma per ora mali estremi ancora più gravi di quelli già devastanti fin qui manifestatisi, se Dio vuole non se ne vedono. La gente è esasperata, lo siamo tutti: si potrà sicuramente sostenere un nuovo lockdown, se ci sarà. Ma solo per uno scopo essenziale e credibile. 

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI