Ora parla Piero Amara. L’avvocato, che è al centro del caso dei verbali segreti usciti dalla procura di Milano, è stato raggiunto dai microfoni di Quarta Repubblica. Inizialmente ha dribblato le domande sulla loggia Ungheria: «Di questo ne parliamo nelle sedi competenti». Quando però sono state evidenziate le accuse di falsità, ha replicato in maniera piccata: «Non esiste una sola sentenza che mi dichiari inattendibile». La vicenda, che sta scuotendo il Consiglio superiore della magistratura (Csm) verte attorno alla consegna da parte del pm Paolo Storari dei verbali di Piero Amara all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, in quanto riteneva che le dichiarazioni andasse verificate e che il procuratore di Milano, Francesco Greco, non si fosse mosso in tal senso. In quei verbali Amara parlava di una fantomatica loggia di cui farebbero parte magistrati e membri delle istituzioni. «Il 100% delle sentenze che hanno giudicato sulle dichiarazioni da me rese, hanno tutte affermato la mia assoluta attendibilità», si è difeso Piero Amara. Quindi, ha rilanciato: «Chi dice che sia esistito un solo provvedimento in cui sia stata affermata la mia inattendibilità, dice assolutamente il falso e su questo purtroppo non posso dire altro». Clicca qui per il video dell’intervista ad Amara.
ARMANNA “NO LOGGIA MASSONICA MA…”
A Quarta Repubblica ha parlato anche Vincenzo Armanna, ex manager Eni, il quale ha definito l’avvocato Piero Amara «una persona molto complicata». Inoltre, ha dichiarato che «è più furbo del diavolo ma non è uno che ha una strategia». Sulla vicenda si è fatto un’idea precisa: «C’è qualcuno che in questo momento lo sta utilizzando per fare qualcosa. Che cosa? Non ne ho idea». Armanna conferma l’esistenza di un gruppo, ma non la definisce loggia Ungheria: «Ho visto in maniera più o meno sistematica per un paio di mesi un gruppo di persone: un sistema con relazioni forti dove più persone di interessi si occupavano di più cose». Inoltre, ha parlato di un modo scherzoso di salutarsi, che non ha a che fare col nome della piazza. «Le poche persone che ho visto a queste cene… alcuni li conoscevo». Armanna ha parlato di prefetti e un capo della Guardia di Finanza, ma anche di una specie di cerimoniale per l’affiliazione. D’altra parte, ha precisato: «Non è una loggia massonica. Una loggia ha dei riti, un credo, dei simboli, tutti recitano una parte. Qua non c’era nulla di tutto questo. Non esiste nessuna loggia massonica chiamata Ungheria». Più che altro per Armanna era un sistema “travestito” da loggia, con membri fissi.