Mentre le procura di Brescia e Perugia proseguono l’indagine sulla Loggia Ungheria, ieri è stato il giorno dell’interrogatorio da testimone per Piercamillo Davigo in Procura a Roma: il caso dei verbali segreti dell’avvocato Amara si ingrossa sempre di più e inizia a scaldare anche le forze politiche, con Italia Viva e il Centrodestra di Governo che stamane hanno contestato il sostanziale immobilismo di Pd e M5s sulla commissione d’inchiesta da attivare per il potenziale enorme scandalo della magistratura. Tornando però agli elementi giudiziari, il quotidiano “Domani” sostiene che Davigo avrebbe confermato di aver ricevuto i verbali dal pm Storari, però lo scambio non sarebbe avvenuto – come inizialmente ipotizzato – a Roma, ma a Milano nell’abitazione privata di Davigo (il che potrebbe far spostare il fascicolo di indagine da Roma a Brescia, che già indaga per i presunti atti illegali dei procuratori milanesi coinvolti nell’affaire Amara).



La posizione di Davigo se da un lato vedrebbe decadere l’accusa di ricettazione in un primo momento solo ipotizzata, dall’altro «potrebbe aver compiuto diffusione del contenuto di un atto segreto», scrive Giulia Merlo sul Domani. L’ex Csm ha spiegato di aver parlato a titolo informale sui verbali della presunta loggia con David Ermini, Giovanni Salvi, Pietro Curzio ma anche con «Giuseppe Cascini, Giuseppe Marra e il consigliere laico Fulvio Gigliotti, che è l’unico a confermare la notizia». L’elemento di stranezza è che dopo il pensionamento di Davigo, proprio a Gigliotti viene assegnata la funzionaria Contraffatto (sua ex segretaria), colei che avrebbe diffuso i verbali alle redazioni dei giornali. Ancora più difficile si fa invece la posizione del pm di Milano Paolo Storari: nelle carte degli inquirenti della Procura di Brescia starebbe emergendo come i primi incontri sul fronte Amara-Ungheria «tra Milano e Perugia avrebbero iniziato a svolgersi a gennaio 2020, quindi mettendo in crisi la ricostruzione di Storari, che accusa di inerzia la procura meneghina». L’unica cosa certa al momento è che l’arrivo in Umbria degli atti utili per indagare su un’associazione segreta come la loggia Ungheria è datato gennaio 2021, di fatto un anno dopo gli interrogatori dell’ex legale di Eni e diversi mesi dopo i primi contatti tra i giudici di Milano e Perugia per provare a capire come affrontare le pesantissime accuse fatte dall’avvocato già calunniatore nel processo Eni.



DAVIGO INTERROGATO DALLA PROCURA DI ROMA

In merito alla fantomatica e presunta “Loggia Ungheria” che sottenderebbe un vasto controllo di potere nel mondo della magistratura, la novità più importante arriva dalla Procura di Roma: il sostituto procuratore di Milano Paolo Storari è stato indagato per “rivelazione del segreto di ufficio” in relazione al caso dei verbali dell’avvocato Piero Amara (di un anno e mezzo fa) consegnati all’amico ed ex consigliere Csm Piercamillo Davigo.

L’indagine è condotta dalla pm romana Rosalia Affinito e sarà lei stessa ad interrogare oggi lo stesso ex giudice di Mani Pulite, tenuto a raccontare le modalità di ricezione di quelli stessi atti che Storari gli consegnò “in autotutela”. A quanto finora emerso nell’intricato caso “Ungheria”, il pm milanese ha scelto di portare gli atti da Davigo perché il suo diretto superiore Francesco Greco avrebbe tardato nell’iscrizione di Amara e di tutti nomi citati della presunta Loggia Ungheria nel registro degli indagati.



LA LOGGIA UNGHERIA È ANCORA UN MISTERO

Sempre dalla Procura di Roma risulta indagata – scrive il Riformista – anche Marcella Contraffatto, l’impiegata del Csm ed ex segretaria di Davigo che avrebbe inviato i verbali secretati di Amara ai colleghi del Fatto Quotidiano e Repubblica oltre che all’altro consigliere Csm Nino Di Matteo. Al momento risulta sospesa dalle sue funzioni presso Palazzo dei Marescialli ma la sua posizione è al vaglio degli inquirenti per capire se abbia agito e se, in caso affermativo, per scelta personale o “imbeccata” da qualcuno. Va ricordato che sul caso Amara e sulla Loggia dei magistrati indaga non solo Roma ma anche le Procure di Brescia (per valutare eventuali profili penali in capo a magistrati in servizio a Milano) e Perugia, con Cantone che indaga per associazione segreta. Se Storari rischia un procedimento disciplinare a Milan, Davigo oggi dovrà rispondere – da testimone – in merito al perché i verbali ricevuti (che trattavano, tra i tantissimi nomi, anche quello dell’allora Premier Giuseppe Conte) non sono stati resi noti e perché ha deciso di parlarne solo informalmente al vicepresidente David Ermini (che però smentisce di aver ricevuto dettagli in merito) e con il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi.