Da Palamara ad Amara, il “fattore comune” è unico e si chiama Consiglio Superiore della Magistratura: ne è convinto l’ex procuratore Carlo Nordio, raggiunto questa mattina da “Omnibus” su La7 a seguito della lunga intervista rilasciata a Libero Quotidiano sul medesimo argomento, la presunta “loggia Ungheria”. Lo scandalo sul mondo della giustizia italiana non sembra frenarsi e dopo le contestate dichiarazioni verbalizzate dell’avvocato Amara il “caso” nel Csm è sempre più grande: «Non ho letto gli atti e credo che le cose non siano andate così. Quello che dico adesso è ipotetico. La stessa giustificazione della cautela che avrebbe giustificato l’uscita dei verbali è ridicola. Se però così fosse non è vero quello che avrebbe detto Piercamillo Davigo che non sono opponibili i segreti istruttori al Csm. Anzi».



Nordio si riferisce a quanto il membro pensionato del Csm ha spiegato in merito alla ricezione dei verbali di Amara ormai un anno e mezzo fa e mai consegnati pubblicamente (procedimento invece avvenuto, pare, dalla segretaria del suo ufficio una volta pensionato l’ex giudice di Mani Pulite, che avrebbe trasmesso ai giornali gli atti fin lì secretati da Davigo). «Davigo dice di avere informato ‘chi di dovere’. Bisogna chiedere a lui. Solo attraverso un procedimento formale il magistrato che si ritenga oggetto di doverosa cautela può chiedere di trasmettere gli atti. È lecito sapere con chi ha parlato? Mi sembrano strane le parole di Davigo», si chiede Nordio a La7.



LA LOGGIA UNGHERIA E IL CAOS CSM

All’epoca dei fatti, il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, ignorò le accuse di Amara ma non così un suo subalterno come il pm Paolo Storari: ha istruito un fascicolo ma non ha aperto un processo, preferendo girare tutte le carte a Piercamillo Davigo, al tempo membro del Csm. Nella presunta loggia diversi magistrati, politici e imprenditori che avrebbero da tempo tramato per pilotare sentenze e nominare procuratori di “fiducia”: accuse gravissime nelle quali spuntava anche alcune collaborazioni dell’allora avvocato Giuseppe Conte. Forse anche per questo motivo, il silenzio sugli atti di Amara è durato per così tanti mesi: «la vicenda Palamara era solo l’inizio», spiega ancora Nordio questa volta al direttore di Libero Pietro Senaldi, «il sospetto che alcune inchieste siano state gestite in modo politico, o comunque in modo opaco e ambiguo. Inoltre Palamara ha fatto, pare, molti nomi, ed ha promesso una seconda puntata. Il Csm ha creduto di cavarsela radiandolo e mettendoci una pietra tombale. Ma temo che abbia sepolto delle creature ancora vive che si faranno sentire». Ad espressa domanda diretta sull’esistenza o meno della loggia Ungheria, Nordio la ritiene una grande «bufala» anche se ammette «ci sono intrecci di potere tra correnti della magistratura, politica e anche mass media che andrebbero chiariti. Per questo serve una commissione parlamentare». La proposta avanzata da Carlo Nordio dopo gli ultimi enormi scandali di questi mesi (Palamara, nomine Procure, presunta loggia Ungheria) è tanto semplice quanto complessa: «Propongo una commissione parlamentare d’inchiesta sulla magistratura. Se non vogliamo che tutto resti fermo qualcuno deve indagare. Su questi rapporti ambigui tra magistrati e politica la magistratura non indagherà mai per due ragioni. Primo perché non c’è reato anche se c’è mercimonio di cariche che sono politicamente molto rilevanti. Secondo perché c’è un conflitto d’interessi interno alla stessa magistratura».

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