«Siamo tutti concordi sull’importanza di garantire la sicurezza delle persone, nella certezza però di non infliggere misure sproporzionate»: conclude così l’assessore al Welfare Giulio Gallera la lettera inviata dalla Regione Lombardia al Ministero della Sanità e al Comitato Tecnico Scientifico. Il tema è quello annoso dei “debolmente positivi”, ovvero le persone positive ancora al Covid-19 ma da tempo ormai senza più sintomi e con una carica virale molto bassa. In una simile nota il 10 e il 22 giugno scorso sempre Gallera aveva chiesto alle autorità sanitarie nazionale di poter cambiare le linee guida per poter “liberare” queste persone ferme in isolamento senza alcun sintomo ormai da diverse settimane: oggi, con la situazione globale della Lombardia che va verso un progressivo miglioramento, la Direzione Generale della Sanità lombarda attraverso un nuovo studio compiuto dal Policlinico San Matteo di Pavia (in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, l’ospedale Civile di Piacenza, il Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e il Policlinico di Milano) chiede al Ministro Speranza un deciso cambiamento di rotta. Delle 8.947 persone ancora positive al coronavirus in Lombardia, ce ne sono 2mila almeno che, nonostante siano trascorsi 2 mesi dalla data di comparsa dei sintomi, continuano a essere “debolmente positive”.



LA LETTERA DELLA REGIONE LOMBARDIA

«Ho inviato una nuova nota, dopo quelle già inoltrate dalla Direzione generale dell’assessorato il 10 e 22 giugno, affinché ci vengano fornite linee guida aggiornate alla situazione attuale, soprattutto alla luce degli studi scientifici che hanno dimostrato la scarsa possibilità di infettare da parte di questi soggetti», scrive Gallera nella missiva resa nota ieri sera, «Questi prolungati periodi di isolamento – continua l’assessore alla Sanità – stanno generando situazioni in molti casi insostenibili e con risvolti psicologicamente negativi in soggetti fragili, come per esempio la bambina di 4 anni del Milanese per la quale abbiamo già interessato il ministero». A corredo della lettera lo studio scientifico compiuto sui 280 guariti da Sars-CoV-2 dove si era evidenziato che questi pazienti avevano cariche virali basse e che il segnale di sopravvivenza del virus era meno del 3%: sulla scia del documento redatto da 10 scienziati che rilevavano già a giugno la presenza di moltissimi debolmente positivi e del crollo effettivo dei malati, la Lombardia chiede un cambio delle linee guida. «Mi auguro pertanto che il Ministero della Salute, che tramite il direttore generale della Prevenzione Giovanni Rezza, nell’ultima missiva del 23 giugno scorso, si rimetteva a un pronunciamento del Cts, fornisca alla Lombardia e di conseguenza a tutto il Paese, una linea che garantisca sicurezza e appropriatezza», conclude l’assessore Gallera.

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