Dallo scorso 2 maggio alcuni operatori in servizio sui mezzi di soccorso della regione Lombardia, sono stati dotati di bodycam, una videocamera che viene apposta direttamente al torace, e che è stata sdoganata negli ultimi anni dagli agenti americani. Obiettivo, filmare quello che succede, e per la misura la regione Lombardia, come specificato da Lombardianotizie.online, ha destinato 1,5 milioni di euro per 850 telecamere. Il progetto pilota riguarda il personale in servizio nelle province di Bergamo e Monza e Brianza, ma verrà esteso a breve anche ad altre zone della regione ma il portale specifica che la scelta di indossare o meno le telecamere risulta comunque volontario (quindi non obbligatorio), e serve per garantire sicurezza e tutela degli operatori che agiscono durante il soccorso.



Le bodycam vengono indossate al momento al personale sanitario, quindi medici e infermieri, già formati sull’uso delle stesse telecamere indossabili. Entro la prossima estate le bodycam saranno estese a tutto il territorio regionale, e saranno utilizzate sulle automediche, ma anche gli elisoccorso e le auto infermieristiche, nonché sui mezzi di soccorso di base, ovvero le ambulanze degli enti del terzo settore in convenzione per 118.



LOMBARDIA, BODYCAM AGLI OPERATORI SUI MEZZI DI SOCCORSO: IL COMMENTO DI BERTOLASO

Roberto Bertolaso, assessore al welfare di Regione Lombardia, ha commentato l’iniziativa precisando che l’obiettivo è quello di garantire la massima sicurezza agli operatori sanitari locali, a cominciare da quelli in prima linea, come “soccorritori, infermieri e medici impegnati nei servizi di emergenza”.

L’ex numero uno della Protezione Civile ha poi ricordato come la Lombardia sia una regione “assolutamente all’avanguardia nella tempestività e nel coordinamento dei soccorsi”, e per questo vuole esserlo anche in tema di sicurezza. La Russa, assessore alla sicurezza, ha invece spiegato che la sicurezza è una priorità per i cittadini, a cominciare dagli operatori sanitari, che negli ultimi anni, come ci restituiscono le cronache, sono sempre più vittime di aggressioni. “L’ospedale deve essere un luogo di cura sicuro e protetto, sia per i pazienti che per gli stessi operatori”, ha concluso.