La Lombardia chiede un “modello Codogno” per tutta la Regione: chiusa, come chiusi sono stati i Comuni del Lodigiano per due settimane, con negozi aperti solo farmacie e supermercati e trasporti ridotti al minimo. La lettera siglata da Fontana e recapitata al Ministro Speranza è giunta anche sul tavolo del Comitato scientifico che nelle prossime ore valuterà assieme al Premier Conte una possibile drastica misura di restrizione ulteriore degli spostamenti. Secondo fonti riportate da Rai News 24 si andrebbe verso un nuovo Dpcm del Governo forse già da questa sera, anche se sono da sciogliere diversi nodi: solo per la Lombardia? Solo per le Regioni del Nord? O per l’Italia intera ma selezionando quali attività andrebbero chiuse e quali no? Con gli sviluppi che arriveranno nelle prossime ore, la Lombardia intanto ha annunciato i pessimi dati del contagio in crescita nelle ultime 48 ore, aggiungendosi a quelli non incoraggianti del bollettino nazionale della Protezione Civile: i casi positivi in Regione sono saliti a 7280, più 1489 rispetto a ieri, i morti sono 149 in più in un solo giorno (617 in totale per la Lombardia). Non solo, Gallera ha spiegato come vi siano 3852 ospedalizzati (crescita di 500 persone al giorno che vengono ricoverate), 560 in terapia intensiva (+94 rispetto a ieri) e con i posti totali che sono ad oggi 610 «Abbiamo 50 posti liberi, troppo pochi anche se li apriamo ogni giorno di nuovi. Non c’è linea guida a decidere chi ricoverare e chi no, è una bufala». Le Regioni del Nord chiedono di fare presto, ora tocca al Governo dare un’ennesima risposta nel giro di poco tempo dopo già due Dpcm avvenuti l’8 e il 9 marzo scorso. Qui trovate tutte le misure restrittive richieste dalla Regione Lombardia



GALLERA “1500 CONTAGIATI IN PIÙ”

«Rispetto a ieri ci sono circa 1.500 contagiati in più. Purtroppo aumentano», lo ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, a Sky Tg24. «Difficile dire se oggi sia il dato peggiore perché i dati non vengono raccolti in misura omogenea,  certi arrivano in ritardo, altri prima. Comunque il trend è in crescita», ha spiegato ancora il Governatore della Regione più colpita dall’emergenza coronavirus. Nell’attesa della risposta del Governo alla lettera dettagliata con cui Gallera e Fontana chiedono Lombardia chiusa per i prossimi 15 giorni, menzione particolare occorre farla sul tema molto delicato dei trasporti. «Si ritiene opportuno procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in funzione delle attività che permarranno in essere. Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria per definire misure contenitive specifiche aggiuntive», si legge nella parte dedicata ai trasporti nella lettera inviata da Fontana al Governo Conte. Nello specifico, treni e metro potrebbero essere funzionanti solo nelle fasce di massimo spostamento dei lavoratori al mattino e alla sera, mentre non sarebbero garantiti a pieno regime nella restante parte della giornata.



LOMBARDIA, L’APPELLO: “FATE PRESTO”

Nuovo intervento del governatore della regione Lombardia, Fontana, nuovo appello rivolto al governo circa la necessità di chiudere il prima possibile tutte le attività lombarde. Parlando a Sky Tg24 ha ammesso: “Abbiamo chiesto di rimodulare il servizio pubblico secondo le necessità che derivano da queste misure”. Fontana ha aggiunto di aver parlato con Boccia, il numero uno della Confindustria, spiegando che “stanno valutando le nostre richieste”. Quindi l’appello finale, quasi drammatico: “Fate presto, i numeri stanno aumentando”. Nel frattempo la stessa Regione ha attivato un conto corrente per sostenere l’emergenza coronavirus attraverso delle donazioni dei privati. “Si è creata una vera e propria gara di solidarietà – le parole dell’assessore al Bilancio, Davide Caparini – che non è nuova per Regione Lombardia. In passato siamo stati generosi con gli altri, oggi lo siamo col prossimo”. Caparini ha spiegato di aver ricevuto anche donazioni di mascherine: “più di quante ce ne ha date il Dipartimento Protezione Civile nazionale. Un elenco lunghissimo: dal tempio buddista ‘Pu Hua Si’ di Prato che ringrazio ne abbiamo avute 30.000. Donazioni anche dai giocatori del Milan (un giorno di stipendio) ad Areu, l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA LETTERA DI FONTANA AL GOVERNO

Il Premier Conte aveva sottolineate come mancasse una richiesta formale della Lombardia per far partire l’iter di “valutazione” della misura di chiusura di tutta la Regione: ebbene, ora la lettera il Presidente Fontana l’ha formalizzata e inviata al Presidente del Consiglio. «Regione Lombardia nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio e il conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle iniziative di contenimento già in essere avendo constatato la riduzione dei contagi nell’area del primo focolaio della Provincia di Lodi soggetta a misure restrittive dal 23 febbraio», si legge nella lettera anticipata da Adnkronos. Con l’invio a Conte, Speranza e Borrelli, i vertici lombardi ribadiscono l’urgenza di prendere misure restrittive per combattere il coronavirus ancora molto contagioso in Lombardia: «Si propone, pertanto: chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle www.regione.lombardia.it Protocollo A1.2020.0094261 del 11/03/2020 relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole; chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati sia su strada che al coperto e le medie e grandi strutture di vendita». Non solo, Fontana richiede chiusura anche per bar, pub, ristoranti di ogni genere: «chiusura delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza; chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico; sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private; chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti». Regione Lombardia annuncia poi di aver trovato un accordo con Confindustria per l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese. Ora la “palla” passa al Governo che valuterà nelle prossime ore con attenzione le richieste della Lombardia mentre ancora Gallera poco fa ha ripetuto che la situazione sanitaria in Regione è ai limiti del collasso.

CONTE REPLICA A FONTANA

«Lombardia chiusa? Nessuna preclusione a misure più restrittive, ma l’Italia deve continuare»: è questo il senso dell’intervento poco fa da Palazzo Chigi del Premier Conte alla domanda sulla richiesta forte del Governatore lombardo Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera di sigillare per 15 giorni la Regione più produttiva d’Italia per fronteggiare la massima emergenza da coronavirus. Intervenendo a margine dell’annuncio sullo stanziamento di 25 miliardi di euro per far fronte alle misure economiche da destinare a tutto il Paese, il Presidente del Consiglio ha spiegato la sua posizione “attendista” sulla possibilità di un coprifuoco vero e proprio: «L’atteggiamento del governo è di nessuna chiusura verso eventuali misure più restrittive. Siamo disponibili a seguire l’evolversi del contagio, la curva epidemiologica, e a valutare le richieste che ci dovessero pervenire dalla Lombardia o dalle altre regioni», spiega Conte attenendo una richiesta formalizzata di Fontana e di eventuali altri Governatori. Nello stesso tempo, se il Governo non chiude all’ipotesi di Lombardia chiusa non apre neanche: ecco il “messaggio” del Premier al Presidente Fontana recapitato in conferenza stampa «Accanto all’obiettivo prioritario della tutela della salute, dobbiamo tener conto che ci sono libertà civili e la libertà di impresa. Dobbiamo sempre procedere con attenzione. Vedo sondaggi che dicono che la maggioranza degli italiani è favorevole a misure più restrittive». Il Presidente Conte invita a stare attenti, «non affidiamoci a istanze emotive. Non vorrei che si levasse un dibattito pubblico che chiede in modo parossistico misure sempre più restrittive e domani accorgerci che gli altri interessi in gioco non rimarrebbero più in piedi, che sarebbero stati completamente conculcati».

LOMBARDIA CHIUSA, NUOVO APPELLO DI GALLERA AL GOVERNO

Ma ricordiamo cosa la Lombardia chiede nello specifico: non un coprifuoco totale, ovviamente, ma un blocco di tutte le attività commerciali e dei trasporti ad eccetto di supermercati, farmacie e servizi essenziali che devono per forza continuare specie in un momento in cui l’intera Regione è “costretta” a casa per evitare il contagio da coronavirus. Ancora questa mattina l’assessore Gallera ha invitato il Governo a ragionare in tempi rapidi sull’ipotesi lockdown: «Speriamo che entro oggi arrivi una risposta, c’è un problema di tempestività delle decisioni. Abbiamo un grosso sostegno e condivisione totale da parte degli enti locali: ieri abbiamo incontrato i sindaci di tutti i comuni capoluogo e tutti condividono la richiesta e sono anzi molto determinati nel chiedere misure sempre più restrittive. Il mondo produttivo condivide l’idea di chiudere la Lombardia e tutto quello che non è connesso alle filiere dei beni essenziali. Questo mi sembra un altro passo importante, a questo punto attendiamo entro oggi un decreto del presidente del consiglio. Ieri ci siamo confrontati coi ministri Boccia e Speranza, che hanno recepito e raccolto le nostre proposte» ha spiegato nell’intervista a Radio Popolare. Sempre Gallera poi ha ricordato come la risposta del Governo su come e cosa fare in termini di misure restrittive potrebbe arrivare in giornata: «A confermare che questo è la scelta giusta ci sono i dati oggettivi di questi primi quindici giorni della zona rossa, che evidenziano una flessione nel numero di contagi. Questo è incoraggiante e evidenzia che dove sono state prese queste misure il risultato c’è stato. Anche a livello regionale potremmo vedere in dieci quindici giorni una flessione del contagio». D’accordo sul provvedimento oltre alla Lega e al suo leader Matteo Salvini, anche Matteo Renzi, parte della maggioranza e della filiera produttiva; perplessi e preoccupati invece diverse associazioni di categoria e in primis la Confindustria.