«La scelta su quali attività potranno riaprire da lunedì verrà fatta dopo un’analisi attenta della situazione e quelle che sono le garanzie sanitarie»,lo ha fatto sapere questa mattina in conferenza stampa per la presentazione del tour “Ripartiamolombardia” a Palazzo Pirelli il Governatore Attilio Fontana. In attesa ancora degli indici forniti dal Ministero della Salute, il n.1 della Regione Lombardia non vuole correre per una decisione che si appresta ad essere assai delicata: «Noi faremo un ampliamento delle aperture nel caso in cui ci sia la certezza della garanzia sanitaria ma anche tenendo conto della situazione economica. Dobbiamo trovare un equilibrio tra le due necessità». Come fanno sapere gli esperti del CTS, è improbabile che gli indici di oggi saranno precisi al dettaglio sugli effetti dal 4 maggio in poi, è ancora troppo presto e quindi l’impressione è che potrà esserci una iniziale indicazione cui poi dare spazio alle singole Regioni per le eventuali riaperture.



Mentre stamattina già Fontana ha emesso una nuova ordinanza per la misurazione della febbre e altri obblighi ai datori di lavoro dal lunedì 18 maggio, il board della Regione sta preparando una serie i incontri nelle prossime ore per dirimere la decisione più importante: «Una risposta – ha aggiunto Fontana – la potrò dare soltanto dopo aver letto le linee guida dell’Inail e aver letto il provvedimento governativo e dopo aver fatto un giro di consultazioni. Questa mattina ho incontrato il tavolo per la competitività e oggi pomeriggio avrò un incontro con i sindaci di capoluogo di provincia per ascoltare il loro parere. Domani mattina avremo un confronto con il comitato tecnico-scientifico. Dopo si potranno prendere delle decisioni definitive». Assieme alla Lombardia anche il Piemonte potrebbe seguire la stessa strada essendo l’altra Regione con situazione di criticità “simile” allo stato attuale della pandemia.



CAUTELA LOMBARDIA PER LE RIAPERTURE

Il 18 maggio inizierà la “seconda parte” della fase 2 di emergenza coronavirus: dopo il via libera in Conferenza Stato-Regioni di domenica scorsa, l’iter di accordo prevede l’istituzione di un “bollettino” settimanale che ogni giovedì darà indicazioni circa l’andamento del contagio nelle singole Regioni attraverso un complesso algoritmo (che prevede 21 parametri specifici). In base a quelle situazioni che oggi verranno rese note per la prima volta dal Ministero della Salute, le Regioni potranno prendere iniziativa “autonoma” in merito alle riaperture di bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri e in generale di tutti i negozi e le attività ancora ferme dall’inizio del lockdown a marzo. La Regione Lombardia resta la più “sorvegliata” visto il grado di danno che il coronavirus ha generato in termini di vite umane, contagi e difficoltà economiche: il Governatore Attilio Fontana in giornata renderà noto le decisioni in merito alle riaperture del 18 maggio, facendo leva sulle linee guida giunte dal CTS la scorsa notte e attendendo per l’appunto gli indici di contagio che il Ministero della Salute renderà noto sempre in giornata.



Al momento, secondo anche quanto ribadito ieri dal vice governatore Fabrizio Sala, il criterio resta quello di poter riaprire il più possibile laddove vi siano già i requisiti richiesti dal Governo: «potranno farlo tutti quelli che rispettano i requisiti previsti dalle nuove regole, a partire dalla misurazione della temperatura all’ingresso», fanno sapere dalla Regione Lombardia. Non appena arriverà l’intero plico di protocolli sarà Fontana a redigere una nuova ordinanza con valenza in Lombardia dal prossimo 18 maggio, in attesa anche del nuovo Dpcm che dovrebbe eliminare quantomeno l’uso dell’autocertificazione per gli spostamenti interni alle Regioni (si potrà dunque tornare a visitare anche gli amici oltre che ritornare nei negozi). «E’ nostro interesse dirvi le attività che potranno riaprire nel più breve tempo possibile perché bisogna prepararsi bene. E su questo stiamo facendo pressione sul governo. Non possiamo morire di Covid ma neanche di fame», ha integrato il vice Fontana nel bollettino coronavirus di ieri pomeriggio.

RIAPERTURE 18 MAGGIO, UN ALGORITMO PER DECIDERLE

Come già anticipato, a “condizionare” le scelte delle singole Regioni saranno le prime “pagelle” regionali attese per oggi che daranno tutti gli indici di contagio e gli effetti dopo le riaperture del 4 maggio scorso: le linee guida saranno uguali per tutti, poi sulla base delle risposte dei singoli territori a quei 21 parametri scelti dal Comitato Tecnico Scientifico allora si potranno effettuare maggiori o minori aperture sul settore degli esercizi commerciali. «Tutto dipenderà dai dati del monitoraggio delle singole regioni che a partire da giovedì (oggi, ndr) vedremo ogni settimana e saranno sempre pubblici»: così il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia annunciava già due giorni fa l’arrivo atteso per oggi di questi “indici di contagio”.

I macro-criteri resi noti sono capacità di monitoraggio; capacità di accertamento diagnostico e gestione dei contatti; tenuta dei servizi sanitari: in base a questi elementi cardine, il “patentino sanitario” per le varie Regioni verrà stilato con livelli di “soglia” e di “allerta”. Si andrà da parametri come numero di tamponi effettuati fino al grado di saturazione delle terapie intensive, ma anche tenendo conto del valore dell’indice di contagiosità R0. Introducendo il tema “algoritmo” è ancora Boccia a spiegare «Due regioni a basso rischio, a maggior ragione se limitrofe, sarà naturale che potranno avere mobilità interregionale. Ma se una regione è ad alto rischio e una a basso rischio ci saranno inevitabili limitazioni automatiche. Questo meccanismo non è stato ancora definito perché è il più complesso e andrà deciso insieme».

LE ANTICIPAZIONI DALLE VARIE REGIONI

Assieme alla Lombardia anche il Piemonte si prepara con cautela alle riaperture del 18 maggio in base ai dati non ancora ottimali sul fronte epidemiologico: anche qui tra oggi e domani il Governatore Cirio presenterà le linee guida per le prossime settimane con timore però che possano nascere nuovi focolai. L’ipotesi principale sostenuta da La Stampa è che possano ripartire solo i negozi, mentre per ristoranti, bar e parrucchieri il rinvio potrebbe avvenire forse tra due settimane: esattamente come per la Lombardia però l’intenzione poi emersa fino a ieri sera è che si possa dare un via libera a tutti coloro che da subito possano avere i requisiti e il rispetto del distanziamento sociale.

Il Governatore della Liguria Giovanni Toti ha invece già fatto sapere che dal 18 maggio riaprirà tutto, dai bar fino alle spiagge: così farà anche il Veneto di Zaia e l’Emilia Romagna di Bonaccini. Le linee guida regionali per le spiagge della Riviera prevedono, secondo le anticipazioni del Sole 24 ore, «una superficie minima a ombrellone di 12 metri quadrati, un metro e mezzo tra lettini sulla battigia, pasti ordinati col delivery all’ombrellone-lettino». Friuli Venezia Giulia seguirà l’esempio del Veneto mentre la Toscana resta più prudente: «le riaperture devono essere graduali e solo dopo attente valutazioni», per questo si attendono tra oggi e domani le risultanze del monitoraggio nazionale e le conseguenti decisioni del governo. Nella Regione Lazio invece le spiagge saranno riaperte ma solo in alcuni luoghi dove è consentita l’attività sportiva individuale, ma non gli assembramenti o la balneazione.