Tra una, massimo due settimane, la Lombardia potrebbe diventare zona arancione: a sostenerlo il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e membro del Cts Covid di Regione Lombardia, sentito dal “Corriere della Sera” per commentare la situazione epidemiologica dopo il rialzo di contagi e ricoveri delle ultime settimane.



Anche per la prossima settimana la Lombardia rimarrà in zona gialla (dal 3 gennaio) ma la situazione dovrebbe “peggiorare” a livello numerico entro la prossima settimana: per la fascia arancione occorrono come numero l’incidenza sopra 150 (già superata), il 20% di terapie intensive occupate e il 30% di posti in area medica. La diffusione della variante Omicron ha portato nell’ultimo monitoraggio in Cabina di regia la Lombardia con il 24,9% di ricoveri e sono in crescita anche le rianimazioni: «Il rischio di finire in zona arancione è altamente probabile più tra due settimane che non tra una», spiega Pregliasco. In termini di “regole” dopo gli ultimi tre Decreti Covid entrati in vigore, non vi sono differenze tra la zona gialla e quella arancione, se non per le persone non vaccinate che si vedrebbero impossibilitati gli spostamenti fuori



LOMBARDIA: “SUPERATO PICCO CONTAGI, A BREVE ANCHE RICOVERI”

Il ritmo di crescita di contagi e ricoveri è stato molto alto nelle ultime due settimane, cresceranno ancora ma con una velocità che appare più rallentata secondo le stime fatte dal Welfare regionale in Lombardia: il “picco” dei contagi sembra che sia stato superato il 4 gennaio, osserva il “Corriere della Sera” citando le parole del prof. Pregliasco, «la linea cresce di un 5% fino al 6 (prima del “falso” calo dell’Epifania) e poi saltando dal 4 a ieri addirittura per la prima volta segna un -7,3%. Le settimane precedenti avevano visto un +74% (dal 28 dicembre al 4 gennaio) e un +247% (dal 21 al 28 dicembre)». Gli esperti anti-Covid notano ormai che la distanza tra il picco dei contagi e quello successivo dei ricoveri si stima in 10 giorni circa: «mentre per le terapie intensive, grazie alla vaccinazione, ci aspettiamo una crescita, ma più lineare, a metà mese potremmo avere il picco dei ricoveri e poi scendere», conclude il virologo della Statale. L’unica incognita riguarda la ripresa delle attività e il ritorno a scuola da domani 10 gennaio: qui Pregliasco e l’intero Cts regionale punta qualche allarme, «È vero che potremmo aver raggiunto il picco di contagi, ma la riapertura delle scuole in presenza (che è una sfida sacrosanta, ma che necessità della responsabilità di tutti) potrebbe rimetterlo in discussione».

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