In Lombardia è stata approvata all’unanimità la proposta sul potenziamento delle misure di welfare integrativo per gli infermieri che era stata presentata al Consiglio regionale da Massimo Vizzardi, esponente di Azione – Italia Viva. Il testo, come riportato da Nurse Times, prevede che la Giunta si impegni a discutere col Governo il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario, sia in termini economici che sociali. Le statistiche infatti dimostrano che in Italia la retribuzione media è tra le più basse in Europa.
Le questioni relative all’aumento delle cifre previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro non sono tuttavia le uniche che dovranno essere trattate, dato che in attesa che ciò avvenga la Regione dovrà anche impegnarsi a rendere disponibili ulteriori risorse per incrementare lo stipendio integrativo, al fine di adeguarlo. In più dovranno essere previste delle misure che agevolino la professione, come dei contributi alle spese per l’attivazione di convenzioni per asili nido ove non presenti in azienda.
La soddisfazione di Vizzardi per il potenziamento del welfare integrativo per gli infermieri
Il consigliere Massimo Vizzardi ha espresso soddisfazione per l’approvazione della sua proposta sul potenziamento delle misure di welfare integrativo per gli infermieri in Lombardia. “È essenziale favorire l’incremento e l’integrazione degli strumenti di welfare aziendale nel breve periodo per sostenere il reddito del personale sanitario, migliorarne la vita privata e lavorativa e disincentivare la fuga all’estero”, ha ribadito.
L’obiettivo secondo il promotore del testo deve essere quello di rendere più attrattiva questa professione ed evitare che le eccellenze italiane vadano all’estero in virtù delle offerte di lavoro migliori. “È inaccettabile che lo stipendio medio di un infermiere italiano sia inferiore del 19% rispetto alla media di 20 nazioni europee. La difficoltà nel reperire personale è un’emergenza. Solo attraverso queste azioni concrete potremo garantire un futuro migliore e più stabile per i nostri infermieri e, di conseguenza, per il nostro sistema sanitario”, ha concluso.