“DISTINZIONE MALATI COVID DA POSITIVI CON ALTRE PATOLOGIE”
Da venerdì 14 gennaio la Lombardia vedrà due importanti “svolte” nel contrasto alla pandemia Covid-19: riaprirà l’ospedale Fiera Milano per provare a sgravare la pressione degli ospedali, mentre sotto il profilo della comunicazione si “svolterà” anche sul bollettino quotidiano offerto dalla Regione.
«Da venerdì 14 gennaio Regione Lombardia sarà in grado di distinguere all’interno dei ‘ricoveri Covid positivi’ dei propri ospedali, quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia ‘Covid-dipendente’ (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie) e quali invece si riferiscono a pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi riscontrati positivi al tampone pre-ricovero»: lo spiega una nota della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia. Tale decisione, conclude la nota, è finalizzata «a dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid. Per ora, non avendo ancora ricevuto nuove indicazioni in tal senso dal Ministero come da nostra richiesta, il flusso traferito sarà ancora ‘unico’, privo quindi della distinzione sopra specificata».
SVOLTA BOLLETTINO LOMBARDIA: COME CAMBIERÀ (E PERCHÈ)
La decisione importante di Regione Lombardia si inserisce nelle diverse richieste partorite in questi giorni da esperti e sigle sanitarie per modificare la “comunicazione” del bollettino quotidiano sul Covid-19, riflettendo una più esatta situazione epidemiologica col duplice fine di raccontare la verità fattuale e di evitare clima di “terrore” pandemico laddove non ve ne sia un reale bisogno. In principio era stato l’infettivologo e direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale policlinico “San Martino” di Genova, Matteo Bassetti: «questa modalità di gestione del Covid deve cambiare. Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. Bisogna anche finirla col report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero». A fargli eco il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, raggiunto oggi dall’Adnkronos. «E’ opportuno arrivare a un bollettino anche con un approfondimento dei dati, dire con chiarezza quanti sono i positivi vaccinati, quanti i non vaccinati e quante dose hanno ricevuto. Così si fa operazione di trasparenza, penso che ci siano le condizioni per arrivare a due bollettini Covid a settimana». Non tutti gli esperti si dicono concordi nel modificare le modalità di presentazione del bollettino Covid, ma non si tratta però di una semplice questione “comunicativa”, bensì di una esigenza scientifico-sanitaria: come ha dimostrato il report della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) presentato ieri, il 34% dei pazienti positivi ricoverati in Italia negli ospedali non è malati di Covid-19, «non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie e al momento del tampone pre-ricovero risulta positivo al Sars-CoV-2». Anche per questo motivo viene richiesto con urgenza una modifica nella presentazione dei dati, visto che proprio il tasso di ricoveri è responsabile dell’ingresso o meno di una Regione in una determinata fascia di rischio (gialla, arancione, rossa). Regione Lombardia, da venerdì, intende essere capofila di questa “svolta” chiedendo al Ministero della Salute un adeguamento nazionale uniforme.