I quasi 28mila contagi di covid in Lombardia si stanno facendo sentire anche sul trasporto pubblico, e la situazione inizia a preoccupare. Come scrive il Corriere della Sera, nella giornata di ieri, martedì 28 dicembre, sono stati soppressi 88 treni a causa di isolamenti e quarantene varie, che si aggiungono alla media di 50 assenze per malattie a settimana, su un totale di 1.360 dipendenti previsti in turno. Se ci mettiamo dentro anche i 30 dipendenti assenti perchè senza green pass, si capisce come la questione stia divenendo incandescente.



Al momento i treni sono ancora in regime natalizio, con corse ridotte a causa delle numerose persone in ferie, ma da gennaio, quando la vita riprenderà ai ritmi classici, sarà urgenza se non si dovesse trovare una soluzione. Sarà quindi molto complicato assicurare ai viaggiatori, a partire dal 10 gennaio, il 100 per cento della copertura delle corse, soprattutto se i contagi dovessero aumentare e se non verranno riviste le regole per le quarantene e l’isolamento fiduciario.



LOMBARDIA, TRASPORTO LOCALE CONDIZIONATO DAL COVID: GLI ALTRI SERVIZI FUNZIONANO

Sembrano invece reggere, come scrive il Corriere della Sera, gli altri servizi pubblici della Lombardia e di Milano, a cominciare dalle Poste, che garantiscono il recapito della corrispondenza, mentre da Amsa non vengono segnalati particolari disagi nella pulizia della città. Situazione di normalità anche in Comune, a Palazzo Marino, dove per ora gli orari dei vari sportelli sono rispettati.

C’è senza dubbio un problema invece per quanto riguarda i tamponi, sia nei drive through sia nelle farmacie, dove le code continuano ad essere infinite. File in aumento anche per quanto riguarda le vaccinazioni, e a volte c’è chi si presenta senza aver fissato un appuntamento, o solamente a quattro mesi dal completamento del ciclo primario. Se è vero che è stata anticipata la terza dose, è anche vero che la nuova regola entrerà in vigore solo a partire dalla metà del mese di gennaio, di conseguenza per ora resta valido l’intervallo di tempo a cinque mesi, così come la necessità di prenotare sempre il vaccino.