LOMBARDIA CORRE VERSO LA ZONA GIALLA

Con l’inizio del nuovo anno 2022 la Lombardia potrebbe entrare in zona gialla: a non escludere l’opzione, ormai più che probabile, è lo stesso Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, intervistato da Sky TG24.

«È una situazione che accomuna tutto il Paese – dice il Governatore leghista – ci sono territori che dal giallo rischiano di passare in arancione. La possibilità che la Lombardia entri in zona gialla è concreta. Se non ci sarà un miglioramento in questi giorni, è molto probabile che si entri in zona gialla»: si attendono i dati della nuova Cabina di regia di venerdì, ma già le soglie illustrate da Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) porterebbero già oggi la Lombardia ad abbandonare la zona bianca. Con l’esplosione di contagi determinati da variante Omicron nelle ultime due settimane, ecco che tutti e tre i criteri definiti dal Decreto Covid vengono “superati: l’incidenza è schizzata oltre 700 (il limite per la zona bianca è 50), le terapie intensive vedono un tasso di presenza al 13% (limite è 10%) e ora anche i ricoveri in area Covid superano il 15% (attualmente fermi al 16%).



FONTANA: “QUARANTENA SOLO PER I NON VACCINATI POSITIVI”

Come ha ricordato ancora Fontana a Sky TG24, al momento il 55% dei 1698 ricoveri e delle 193 terapie intensive occupate «non è vaccinato»: al momento la Lombardia ancora non registra dati sulla pressione ospedaliera da “forte tensione”, ma il passaggio in zona gialla sembra ormai scontato. In termini di regole non cambierà molto, visto quelle già inserite nell’ultimo Decreto Festività: novità invece potrebbero arrivare dalla riunione di oggi del Cts e dal successivo CdM: Fontana assieme agli altri Governatori ha chiesto ufficialmente al Governo di azzerare la quarantena Covid per chi è vaccinato e risultato contatto di positivo. «Togliere o quantomeno ridurre la quarantena, perché con un contagio così intenso si rischia di portare una serie incredibile di persone a essere sottoposte a quarantena. Noi oggi abbiamo avuto circa 28mila casi. Se ciascuno ha avuto una media di quattro contatti – e probabilmente sono molti di più – vorrebbe dire mettere in quarantena 120-130mila persone, 1 milione in una settimana», spiega il Presidente lombardo evidenziando quello che al momento è il più grave pericolo per la società italiana. Il rischio è entrare in una sorta di lockdown «senza che però ci siano le garanzie che il lockdown comporta. Rischiamo di dover chiudere delle attività senza poter sperare nei ristori. È chiaro che si tratta di una situazione nuova. Il virus continua a cambiare, in questo momento dobbiamo cambiare le regole per un virus che si approcciava in modo diverso». Con la corsa ai tamponi in farmacie e hub – la Lombardia, vista il forte numero di popolazione, è la più “bersagliata” – il rischio che salti definitivamente il tracciamento è dietro l’angolo e Fontana avverte, «Il capitale umano di cui dispone la Regione è limitato, dobbiamo fare delle scelte. Vogliamo vaccinare? Vogliamo che gli ospedali continuino la loro attività ordinaria? Vogliamo fare tamponi? Si devono fare scelte». A chiosa dell’intervista, il Presidente ribadisce come la priorità numero 1 ad oggi resta la vaccinazione della terza dose (al momento l’81% dei lombardi è vaccinato, ndr): «Credo si debba trovare un equilibrio tra tutte le esigenze, partendo dal presupposto che i nostri addetti alla sanità stanno facendo miracoli da ormai quasi due anni e più di miracoli non possiamo chiedere».



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