Sul possibile passaggio della Lombardia da zona rossa a zona arancione è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco, virologo e membro del Comitato tecnico scientifico della Regione. Intervenuto ai microfoni di Radio Popolare, l’esperto ha evidenziato: «La tendenza favorevole c’è, i segnali ci sono, ma dobbiamo stringere ancora un po’ i denti per avere contezza oggettiva della riduzione del numero dei casi. L’elemento più significativo dell’inversione di tendenza è la riduzione del numero di chiamate al 112 per la richiesta di ricovero. L’RT va bene, ma purtroppo le morti ci sono ancora e il tasso di riempimento delle rianimazioni e delle strutture ospedaliere è ancora un po’ elevato». Pregliasco ha messo in risalto l’importanza delle misure restrittive previste da Dpcm, lockdown e disposizioni regionali: «Con questi interventi, che non sono pesantissimi, stiamo piegando la curva e ci stiamo ritrovando sul plateau, che purtroppo farà vedere ancora nei prossimi giorni un dato sperabilmente stabile con tendenza al miglioramento». Inoltre, come segnalato da Sky Tg 24, Pregliasco ha ammonito: «Credo debbano ancora definire i dati di discesa dal rosso al giallo, le modalità vanno ben gestite perché aprire i rubinetti un po’ troppo velocemente è pericoloso». (Aggiornamento di MB)



LOMBARDIA ZONA ARANCIONE: ECCO QUANDO

«La Lombardia ha già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento»: lo ribadisce il Presidente Attilio Fontana nell’intervista a “Mattino 5“, ma già lo spiegava ieri in conferenza stampa successiva alla Conferenza delle Regioni. La Lombardia, insieme al Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta è stata tra le primissime aree poste in zona rossa dall’ultimo Dpcm del Governo: i 21 parametri del Cts avevano subito inquadrato la situazione di massima allerta contagio per la Lombardia, che però da due settimane si trovava già in coprifuoco notturno per scelta precisa della Regione. Oggi, con l’indice Rt dimezzato a Milano e nelle aree più sofferenti di questa “seconda ondata”, è in primis Fontana a lanciare un appello al Governo: «È ovvio che, in base al Dpcm, una questione di cautela impone che quando si entra in una certa zona si debbano confermare i dati per due settimane, quindi noi fino al 27 novembre resteremo in zona rossa». Ma la richiesta della Lombardia – e di alcuni sindaci di capoluogo – è quella di portare in primis fuori dalla zona rossa alcune province meno colpite (Bergamo, Brescia, Lecco, Mantova, Cremona) e poi gradualmente scivolare in zona arancione la restante parte dei territori prima del prossimo Dpcm fissato per il 3 dicembre 2020.



LOMBARDIA E PIEMONTE VERSO ZONA ARANCIONE?

«L’evoluzione dell’epidemia parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c’è un aumento, ma molto più ridotto – ha spiegato ancora Fontana alla trasmissione Mediaset – Diciamo che siamo arrivati in cima al plateau, a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa»; lo confermava del resto ancora ieri il virologo dell’Ospedale Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, come la situazione dei dati Covid sulla Lombardia sia in netto miglioramento su praticamente tutte le voci più importanti (ricoveri, contagio, vittime). Per il Presidente lombardo i miglioramenti di questi giorni però non sono determinati dal lockdown dello Stato, «perché gli effetti di una misura si vedono dopo almeno 15 giorni. Adesso stiamo vivendo i risultati che derivano all’ordinanza della Regione Lombardia del 22 ottobre. Tra qualche giorno inizieremo a vedere i risultati del lockdown nazionale». Da ultimo, Fontana guarda ai prossimi giorni e sottolinea «Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c’è un aumento ma molto più ridotto. Diciamo che siamo arrivati in cima a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa». Con la Lombardia anche il Piemonte chiede di poter entrare in zona arancione e in generale tutti i territori chiedono al Governo di semplificare i parametri per porre pubblicamente con più chiarezza i criteri sui “colori” del rischio contagio: «i parametri per la colorazione delle Regioni devono essere automatismi – spiega il Governatore Piemonte Alberto Cirio -. Noi ora siamo potenzialmente in zona Arancione e se al 30 novembre saremo in questa condizione potremmo uscire dalla zona Rossa».

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