La Lombardia potrebbe diventare zona gialla tra due settimane e rimanervi fino a Natale, ma questo non significa rivivere l’incubo delle Feste 2020 vissute tra coprifuoco, zone rosse e limitazioni. Al netto delle incognite circa l’esplodere della variante Omicron in Europa, la situazione epidemiologica nella Regione più colpita dalla pandemia Covid-19 riflette aumenti importanti ma senza situazioni «drammatiche», come ben spiegato dal Commissario per la campagna vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso.
Come noto, per l’ingresso in zona gialla occorrono per decreto tre condizioni contemporaneamente attive: incidenza dei casi su 100mila abitanti sopra 50, tasso terapie intensive sopra il 10%, tasso ricoveri oltre il 15%. Ecco, secondo gli ultimi dati Agenas combinati con lo studio citato dal “Corriere della Sera” (il modello “Made”, monitoraggio elaborato dagli esperti dell’Associazione italiana di epidemiologia), il territorio lombardo potrebbe incorrere nella presenza di tutti e tre i criteri oltre soglia tra due settimane. La Lombardia dagli attuali 135 contagi su 100mila abitanti potrebbe in due settimane arrivare a 230; i ricoveri sembrano destinati a salire già nei prossimi giorni oltre quota 15% mentre sulle terapie intensive la situazione è più contenuta e non è per nulla scontato che la Lombardia superi il 10%. Nel frattempo però la curva cresce, come mostra ancora il modello “Made”: «a inizio novembre in tutta la Lombardia si contavano in media circa 600 nuovi contagiati al giorno, oggi i nuovi positivi sono più del triplo, e cioè oltre 1.900 ogni 24 ore», rileva il “Cornerà”. Niente impennata però, e nulla di paragonabile al dramma dello scorso anno: un’ondata “consistente” ma “lenta” con una crescita lineare e per nulla esponenziale, garantiscono gli studi al momento analizzi sui casi Covid di novembre. Per i ricoveri la soglia del 15% significa 985 letti occupati: spiegano dal monitoraggio “Made”, «nelle ultime due settimane il saldo dei ricoverati (tra chi entra in reparto e chi viene dimesso) è aumentato di 348. Se l’aumento proseguisse con la stessa tendenza, o se si replicasse anche solo l’incremento più contenuto dell’ultima settimana (più 123), nel giro di 14 giorni il numero dei ricoverati sarebbe di certo sopra il 15 per cento dei posti».
COVID LOMBARDIA, LA POSSIBILE EVOLUZIONE
Del resto stamane il giudizio del presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellotta era chiaro sulla crescita non esponenziale dei contagi in tutta Italia: «Stiamo vedendo una crescita dei nuovi casi giornalieri lineare, non esponenziale. L’impatto a livello ospedaliero viene ammortizzato dalla copertura vaccinale. non si vedono all’orizzonte altre Regioni che possano andare in tempi brevi in zona gialla». Intervistato da “Mattino 5” su Canale 5 Bertolaso ha sottolineato che anche arrivasse la zona gialla non sarebbe un dramma (visto che con l’ultimo decreto sul Super Green Pass la comparazione tra bianca e gialla è ormai fatta): «Sarebbe una delle ultime regioni ad arrivarci visti anche i numeri di oggi, ma non credo che sarebbe un dramma, non ci sarà da strapparsi i capelli, è una situazione abbastanza normale. L’avessimo avuto l’anno scorso avremmo tutto brindato ed esultato, quindi sarebbe un risultato secondo me straordinario se tutta Italia fosse solo in zona gialla per Natale». Tutto ciò significa che, al di là di precauzioni minime, si potrebbe comunque festeggiare un Natale tranquillo: «Siamo un paese dalla memoria molto corta, non ci ricordiamo cosa era l’Italia l’anno scorso fra limitazioni, decessi, ricoverati, non si poteva andare a sciare l’anno scorso. Anche finissimo in zona gialla potremmo continuare a vivere tranquillamente per cui non cerchiamo di criminalizzare la zona gialla, ben diverso il rischio di arancione e rosso e lo escludo nel modo più assoluto», conclude il consulente di Fontana e Moratti per l’emergenza Covid in Lombardia.