Mancava solo l’ufficialità, e la telefonata di rito da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza, al governatore Attilio Fontana: adesso, dopo la conferma da parte di quest’ultimo, è certo che la Lombardia cambierà di nuovo colore tornando in zona rossa a partire dal prossimo lunedì 15 marzo. Una decisione che da una parte rammarica Fontana ma dall’altra pare inevitabile a sentire le sue parole di fronte ai dati sulla diffusione del virus nella sua regione.



Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa che sono servite a rallentarlo” ha detto il Governatore, auspicando tuttavia di augurarsi che questo sia l’ultimo sacrificio chiesto ai cittadini lombardi. “Poi spero arrivino i vaccini necessari per la vaccinazione di massa, in modo che non debbano più esserci limitazioni alla nostra vita” ha proseguito ricordando che questi rappresentano l’unica ancora di salvezza, specie ora che tra le fasce d’età più contagiate c’è quella dei giovanissimi tra i 9 e i 18 anni: “Bisogna prestare molta attenzione, è una sofferenza che mi auguro nell’arco di qualche mese si concluderà”. (agg. di R. G. Flore)



“ORA IL VIRUS ATTACCA ANCHE I GIOVANISSIMI”

La Lombardia tornerà in zona rossa a partire da lunedì 15 marzo. Manca solo l’ufficialità ma il cambio di colore è già stato annunciato nelle scorse ore dal governatore Attilio Fontana. “Questo virus ha purtroppo due caratteristiche: è più veloce e attacca i giovanissimi“, ha spiegato stamane, come riferisce l’edizione online di Repubblica. E ancora sulla zona rossa: “Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa (la zona arancione rafforzata ndr) che sono servite a rallentare il virus”.



Fontana ha parlato anche della campagna di vaccinazione e del ritardo nella consegna delle dosi: “Il motivo per cui non abbiamo ancora vaccinato gli ultra ottantenni è la mancanza del vaccino Pfizer. Purtroppo queste persone dovranno aspettare ancora un po’, ci vorranno ancora parecchie settimane per completare questa fase della vaccinazione”. Sulla categoria dei fragili invece: “Sarà inserita tra le priorità nel prossimo provvedimento governativo e sarà vaccinata, ma finora non era tra le categorie prese in considerazione. Anche per loro, visto che saranno vaccinati con con Pfizer, dovremo attendere che arrivino i vaccini”. Fontana ha aggiunto e concluso: “A ieri sera, le persone vaccinate in Lombardia, erano 930mila”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“LOMBARDIA ZONA ROSSA DAL 15 MARZO”. FONTANA “SPERO SIA L’ULTIMO SACRIFICIO”

Il monitoraggio Iss del 12 marzo segnala un aumento dell’indice Rt e sono previsti diversi cambi di colore. Uno dei dati certi è che la Lombardia diventerà zona rossa a partire dal 15 marzo: i dati sul contagio della regione hanno fatto scattare l’allarme e quindi ci sarà il cambio di fascia con misure più restrittive. Pochi minuti fa è arrivata la conferma del governatore Attilio Fontana: «La Lombardia purtroppo si prepara a diventare zona rossa. Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa che sono servite a rallentare il virus». Fontana ha poi sottolineato di augurarsi che questo «sia l’ultimo sacrificio chiesto ai cittadini», considerando l’arrivo imminente dei vaccini necessari per fare partire la campagna vaccinale di massa.

LOMBARDIA ZONA ROSSA DAL 15 MARZO 2021

Lombardia in zona rossa, una decisione inevitabile secondo Fabrizio Pregliasco. Il direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano è intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera ha parlato di una situazione oggettivamente troppo rischiosa, considerando che solo nel Bresciano le terapie intensive sono occupate al 90%: «Il passaggio al rosso dalla prossima settimana dovrebbe agevolare la campagna vaccinale, al netto dei problemi logistici e di forniture: qualsiasi manuale di virologia dice che quando si vaccina bisognerebbe “chiudere tutto” per togliere terreno al virus». Pregliasco ha poi aggiunto sulla campagna vaccinale: «Quando potremmo vedere un cambiamento in positivo? Molto dipende dai tempi della vaccinazione di massa; in questo momento concentrerei gli sforzi per concludere le vaccinazioni di tutte le categorie fragili; e appena possibile somministrerei alla fascia 70-79, sempre molto colpita dall’infezione».