Oggi non ci sarà alcun ricorso al Tar del Lazio sulla Lombardia in zona rossa: ad annunciarlo e motivarlo l’avvocato dell’Amministrazione lombarda Federico Freni, «oggi salterà l’audizione perché è stata ottenuta la riclassificazione e quindi abbiamo perso l’interesse alla misura cautelare». Si stoppa dunque l’iter di domanda cautelare contro l’ordinanza del Ministero della Salute che il 15 gennaio scorso portò la messa in zona rossa della Lombardia, con conseguente braccio di ferro con il Governo e l’ISS che ha visto negli ultimi giorni i toni rialzarsi dopo le accuse e controaccuse sull’asse Roma-Milano.
A causa di un errore sui dati – con il Ministero che incolpa la Regione e Fontana che attacca gli scienziati di Speranza – da domenica la Lombardia è in zona arancione e così gli avvocati della giunta hanno depositato la rinuncia alla domanda cautelare. «Il nostro interesse, adesso – ha però aggiunto l’avvocato Freni – è quello di accertare la verità dei fatti. Depositeremo i documenti, entro questa settimana proporremo motivi aggiunti al ricorso. Non ci sarà però alcuna richiesta cautelare».
RICORSO LOMBARDIA, RESTA IL NODO SUI DATI
Oggi la Lombardia, insieme ad altre 7 Regioni amministrate dal Centrodestra (Veneto, Piemonte, Liguria, Umbria, Friuli, Calabria e Sardegna) ha inviato una lettera al Governo nella quale chiede ufficialmente di rivedere e cambiare il sistema di classificazione a colori dei rischi Covid nei territori: «il sistema può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone e sull’economia, come nel caso della Lombardia, quindi è necessario il massimo rigore nell’analisi dei dati», hanno scritto gli 8 Governatori fondandosi proprio sul caso lombardo. «Ci aspettiamo da Conte e Speranza un atto di realismo e maturità nei confronti dei cittadini e delle istituzioni. Il clima degli insulti – concludono – non fa bene a nessuno. Ribadiamo la volontà di una leale collaborazione su tutti i temi».
Tecnicamente, il ricorso al Tar resta ancora in piedi ma sarà in ogni modo “riaggiornato” dopo che già la scorsa settimana si era deciso di spostare ad oggi la sentenza per valutare meglio i nuovi dati epidemiologici: ora la Lombardia ha ritirato la domanda cautelare ma questo non toglie che nelle prossime settimane si possa tornare in tribunale, se non si riuscisse a trovare un accordo tra Stato e Regioni. Secondo l’Iss era stata la Lombardia a inviare i dati «rettificati» nelle ultime settimane mentre per Palazzo Lombardia era stato il Ministero con l’ISS a chiedere che venissero cambiati. La ‘partita’ resta dunque ancora apertissima.