Negli scorsi giorni è stato pubblicato sul Journal of clinical medicine, un interessante studio sul long covid. Il lavoro è stato realizzato da alcuni ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università di Chiang Mai, in Thailandia, ed ha riguardato 390 pazienti adulti che hanno contratto il coronavirus fra il gennaio e il marzo del 2022, con l’obiettivo di individuare quali fossero i sintomi più diffusi legati appunto al lungo covid. La premessa è che sul totale dei pazienti, 377 sono stati vaccinati e nel contempo 383 hanno subito un trattamento antivirale, di conseguenza si tratta di un campione che per la maggior parte ha ricevuto il farmaco per contrastare l’infezione.
LONG COVID, I SINTOMI PIÙ DIFFUSI: 77,7% DEI PAZIENTI AVEVANO IL COVID LUNGO
Il long covid è stato osservato nel 77,7 per cento dei casi, quindi quasi 8 pazienti su dieci, e i sintomi più frequenti sono stati l’affaticamento e la tosse, rispettivamente nel 64 e 44 per cento del campione. E’ stato inoltre associata depressione nell’8 per cento dei partecipanti, ma anche ansia nel 4 e scarsa qualità del sonno nel 33 per cento, quindi un paziente su tre affetto da long covid faceva fatica a dormire. Fra le donne i sintomi maggiormente osservati sono stati il mal di testa, le vertigini e la confusione mentale, mentre in generale, nei pazienti di età inferiore ai 60 anni, è subentrata la tosse.
In conclusione lo studio thailandese specifica che: “Nonostante l’ampia distribuzione di vaccini e terapie antivirali, la prevalenza del long covid rimane elevata, essendo associata in particolare agli individui sotto i 60 anni e a coloro che presentano la tosse come sintomo precoce. Lo studio rivela inoltre che i problemi di salute mentale legati al Covid prolungato sono profondi e vanno oltre l’ambito della sintomatologia fisica”.
LONG COVID, I SINTOMI PIÙ DIFFUSI: I SINTOMI PIU’ FREQUENTI
Viene inoltre sottolineato che i sintomi del long covid variano a seconda della variante di covid presa e ai livelli di vaccinazione. Non è stata invece riscontrata alcuna associazione fra gravità del paziente e long covid, di conseguenza coloro che ad esempio sono stati ricoverati in ospedale, non manifestavano poi il long covid con certezza. Lo studio specifica quindi che sono stati riscontrate “Differenze di genere significative nello sviluppo di alcuni sintomi COVID a lungo termine. Oltre alle manifestazioni fisiche, sono stati significativamente colpiti anche i problemi di salute mentale, in particolare la scarsa qualità del sonno”.
Lo studio dell’università della Thailandia arriva alla conclusione che: “È attualmente in corso una valutazione completa a lungo termine, con l’obiettivo di approfondire l’indagine dei cambiamenti longitudinali nella gravità dei sintomi, identificare potenziali predittori della progressione dei sintomi e valutare l’impatto di vari interventi contro il covid a lungo termine”. Il long Covid resta ancora oggi una patologia per certi versi misteriosa, nonostante la stessa abbia colpito milioni di persone in tutto il mondo durante la pandemia.