Bambini e adolescenti possono manifestare sindromi post-virali da coronavirus, ma non è chiaro in che misura possano soffrire di long Covid. Per questo Thomas Radtke e Agne Ulyte dell’Università di Zurigo hanno condotto uno studio dal nome “Ciao Corona” che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jama. Hanno quindi analizzato i sintomi riportati da bambini e adolescenti con un follow up di 6 mesi. Nel complesso, sono stati presi in esame 1.355 bambini di 55 scuole primarie e secondarie selezionate a caso nel cantone di Zurigo in Svizzera, sottoposti a test sierologico nell’ottobre-novembre 2020. L’età media dei bambini presi in esame è di 11 anni e il 54% erano femmine. Dalla ricerca emerge che il 4% dei bambini risultati positivi a test sierologico, che sono stati presi in esame, hanno riferito di aver accusato un sintomo per oltre tre mesi.



Quelli più frequentemente riportati sono stanchezza, difficoltà di concentrazione e aumentato bisogno di dormire. Nessuno dei bambini risultati positivi al test sierologico ha però avuto bisogno di essere ricoverato in ospedale. E tutti i bambini presi in esame avevano condizioni di salute definite buone o eccellenti.



LONG COVID E BAMBINI: BASSA PREVALENZA

Questo studio dimostra una bassa prevalenza di sintomi compatibili con long Covid nella coorte selezionata a sei mesi dal test sierologico. Inoltre, tutti i bambini positivi al test sierologico avevano una storia di infezione pauci-sintomatica da SARS-CoV-2 e non hanno riportato long Covid più frequentemente rispetto ai bambini sieronegativi. Tra i bambini e gli adolescenti di 6-16 anni, il 9% dei positivi contro il 10% dei negativi aveva almeno un sintomo oltre le quattro settimane, e il 4% contro il 2% ha riportato almeno un sintomo oltre le 12 settimane. Dunque, i risultati dello studio indicano una prevalenza molto bassa di long Covid. Ma per i ricercatori questo studio ha comunque dei limiti: diverse metodologie di segnalazione, definizione di casi, condizioni cliniche pre-esistenti, diversi tempi di follow-up. Tutti elementi che forse hanno contribuito su tali risultati. Quindi, studio su grandi campioni potrebbero aiutare a capire meglio l’impatto potenziale del long COVID sulla qualità della vita dei bambini e sulle loro attività quotidiane.

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