Il long covid rimane, dall’inizio della pandemia, uno dei principali misteri per la comunità scientifica, nonché un vero e proprio problema per i sistemi sanitari. Si tratta, infatti, di una serie di sintomi variabili che sono associati ad un qualche tipo di reminiscenza del virus pandemico, che seppur non costituiscano un rischio mortale, condizionano ampiamente la vita di chi li sperimenta, al punto che in alcuni casi non si riesce neppure a lavorare.



Complessivamente, il cosiddetto long covid provoca sintomi che vanno dall’affaticamento alla febbre costante, ma possono sfociare anche in problemi cognitivi, dolori e complicazioni cardiovascolari, mentre si stima che l’esposizione prolungata potrebbe causare anche problemi di salute gravi e cronici. Di fatto, però, nonostante il problema sia piuttosto noto, non si è ancora riusciti a trovare una possibile causa, ne un modo per individuare o trattare efficacemente chi ne soffre, con l’esito che i pazienti più gravi, loro malgrado, finiscono per intasare i sistemi sanitari nazionali, occupando lettini anche per periodi piuttosto lunghi. A livello di numeri, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità soffrono o hanno sofferto in passato di long covid circa 36 milioni di europei, pari ad uno su 30.



La Svezia vuole risolvere il problema dal long covid

Insomma, il long covid è un problema che se ignorato rischia di diventare particolarmente grosso. La comunità scientifica non si da, ovviamente, per vinta, ma come spesso accade mancano i fondi necessari. Per questa ragione, dunque, un gruppo di ricercatori svedesi, che godono anche del supporto economico di Pfizer, hanno avviato da poco un ampio studio che mirerà, innanzitutto, a comprendere le cause dell’epidemia silenziosa, per poi cercare una possibile soluzione medica.

Lo scopo dei ricercatori svedesi del Karolinska University Hospital e dell’università di medicina Karolinska Institute è quello di individuare il “punto cieco” del long covid, rompendo le sue difese e curando i pazienti. Lo studio, già avviato, coinvolge 400 volontari affetti dalla patologia sconosciuta e che presentano “danni agli organismi oggettivamente misurabili”, divisi in due gruppi, dei quali uno assumerà un ciclo completo di Paxlovid, farmaco sviluppato da Pfizer ed utilizzato per impedire al virus di replicarsi nell’organismo. Dopo un ciclo completo di tre pillole, i ricercatori rileveranno se i problemi causati dal long covid si sono ridotti o meno, svelando anche un possibile mistero sulla sua natura e sul modo in cui concretamente funziona e infetta i pazienti.