Si è alzato il sipario sul Festival di Sanremo 2025 e la 75esima edizione è partita con una magnifica maratona canora che ha lasciato tutti col fiato sospeso. Oltre alle canzoni e all’aspetto più tecnico e musicale, i telespettatori sono sempre più curiosi di saperne di più sugli abiti di Sanremo, sul make-up, le acconciature e la scelta dello stile. Nell’occhio del ciclone finiscono principalmente i cantanti, che da decenni si preparano per dare il meglio di loro stessi sul palco, mostrandosi pressoché perfetti da capo a piedi.
Non a caso, alcuni dei look rimasti nella storia del festival sono quelli dei big della musica che in passato hanno calcato il famoso palco dell’Ariston. Chi non ricorda quell’abito di Mina, cucito e assemblato appositamente per portare in scena la famosa canzone “Le mille bolle blu“. Si trattava di un vestito bianco allacciato in vita con dei pois applicati sul tessuto. A completare il tutto una splendida gonna corolla che poi è stata copiata in tutte le salse. Un altro degli artisti a diventare iconici sotto il punto di vista del look a Sanremo è stato senza dubbio Renato Zero, che del resto ha creato un vero e proprio stile oltre la musica.
Look Sanremo 2025: il punto debole degli outfit contemporanei
Ormai è chiaro che lo stile passa anche tramite la musica. Renato Zero, con il suo cappello-bombetta ha dato vita ad un look che lo ha reso poi inconfondibile. Ed è questa la carta vincente da abbinare ad una buona vocalità, anche se quello che manca agli artisti di oggi a Sanremo 2025 e non solo è la capacità di osare restando iconici e coerenti con una propria divisa, elemento che poi rende il cantante un vero e proprio “logo di sè stesso”. Rispetto al passato, i performer degli ultimi anni fanno a gara a rivoluzionare il loro aspetto prima di salire sul palco, con look apparentemente impeccabili ma fine a sè stessi.
Un po’ come un fuoco che brucia velocemente: tanto impegno per risultare “i più stravaganti della serata“, per poi apparire completamente rivoluzionati la serata successiva. Come invece insegnano i grandi della moda, quali Miuccia Prada – ma potremmo citarne tanti altri – è necessario creare una propria divisa, giocare con i colori o qualche dettaglio senza apparire completamente diversi e quindi, meno riconoscibili. Pertanto, la differenza con i look del passato pare essere proprio questa, senza contare che ci troviamo in un’epoca in cui tutto è già stato sperimentato, con la conseguenza di un livello di stupore decisamente più basso.
Look Sanremo, da Loredana Bertè a Lucio Dalla: grandi e piccole rivoluzioni
Tra i look più emblematici del Festival di Sanremo c’è il mitico “pancione” di Loredana Bertè nel 1986, un dettaglio forte, provocatorio ma inserito in un contesto dove è quasi risultato un semplice errore della costumista. Il suo abito era stato creato da Gianni Versace, che aveva supportato l’intento della Bertè: mostrare che una donna incinta può essere fortissima. Tuffiamoci poi nel 1971, un salto temporale di quasi 20 anni indietro con un Lucio Dalla completamente assorto nella musica. A lui bastavano una coppola e una camicia bianca per esibirsi, rivoluzionando anche al tempo l’idea di doversi presentare per forza con lo smoking.