Il virologo Pierluigi Lopalco è stato ospite in collegamento presso la trasmissione di Rai Uno, ItaliaSì. Il noto luminare, a capo della task force per l’emergenza coronavirus in Puglia, ha commentato le ultime notizie circa l’app Immuni, applicazione di tracciamento che serve per tenere meglio “controllata” l’epidemia covid. In alcuni casi il software mobile avrebbe dato un falso positivo: “Recentemente si è verificato un caso spiacevole – le parole di Lopalco – una donna di Bari che è stata messa in isolamento dopo che aveva ricevuto un messaggio di allerta, senza però verificare prima il messaggio. La donna non è riuscita a recuperare il messaggio quindi è stata isolata. Abbiamo fatto subito il tampone e poi l’abbiamo liberata, si era trattato di un falso”. Quindi Lopalco consiglia: “Quando arriva il messaggio non bisogna cancellarlo così il medico vi saprà dire se è un vero o falso allarme”. Marco Liorni ha quindi chiesto a Lopalco se l’alert scatta solo se il contatto con il positivo è stato superiore ai 15 minuti: “Esatto – risponde il prof – se il contatto con il positivo è di pochi minuti, l’app non lo segnala. Ma se si tratta di un abbraccio è diverso”.
LOPALCO, APP IMMUNI E FALSI ALLARMI, DALLA CHIESA: “MOLTI NON L’HANNO SCARICATA”
In studio Rita Dalla Chiesa storce un po’ il naso: “Anche per questo molte persone non hanno scaricato l’app Immuni, possono crearsi dei falsi allarmi come successo alla signora di Bari”. Invita invece al download il giornalista di Repubblica Riccardo Luna, che ha specificato: “L’app non ti dice mai se sei positivo o meno, ma è una forma di tutela per tutti noi. Siamo un paese che è stato messo in quarantena, che ha fatto 35mila vittime, il virus non l’abbiamo ancora battuto, se vogliamo dirci che la fase 3 è finita, allora va benissimo. La stessa app è stata scaricata in meno di una settimana da 10 milioni di persone, è uno strumento in più, anche se non è la salvezza”. E ancora: “Finchè non arriva un alert vuol dire che sei a posto, la positività non deve segnalarla l’utente ma lo segnalerà solo il dipendente sanitario. c’è bisogno di una maggiore consapevolezza sull’app”.