«Non c’è una ricetta giusta e sicura, bisogna fare quello che a tutti sembra importante fare, ma sicuramente dobbiamo fare qualcosa: la curva dei casi è in crescita e non possiamo lasciarla crescere in maniera indisturbata»: così Pier Luigi Lopalco ai microfoni di Omnibus sull’emergenza coronavirus che si sta abbattendo sull’Italia. L’epidemiologo ha messo in risalto che è giunto il momento di prendere delle decisioni: «Non è facile perché qualunque misura si prenda sarà impopolare e nessun politico vara una misura impopolare a cuor leggero ma bisogna farlo e bisogna soprattutto comunicarlo bene ai cittadini».



Pier Luigi Lopalco si è poi soffermato sull’ipotesi lockdown, una chiusura totale che però sarebbe diversa rispetto a quella registrata a marzo-aprile: «Bisogna limitare i contatti sociali, bisogna prendere delle decisioni che facciano in modo che la gente si incontri il meno possibile, che gli scambi tra le famiglie siano limitati. Il lockdown non sarà come a marzo, quando come Paese abbiamo preso delle decisioni che viste oggi possono anche sembrare un po’ eccessive. Ricordo i droni, il runner in riva al mare: quel tipo di lockdown oggi non ha senso, poteva avere senso a marzo quando non eravamo preparati».



C’è l’estate all’origine di questa seconda ondata? Per Pier Luigi Lopalco no: «Dal punto di vista epidemiologico, ciò che è successo durante l’estate non ha un grosso impatto oggi. L’estate è un po’ lontana, siamo a novembre». «Durante l’estate il virus non circolava, circolava pochissimo, è l’andamento naturale della pandemia», ha spiegato l’assessore di Regione Puglia: «Le discoteche potevano essere aperte perché non c’erano positivi. Faccio un esempio: la Puglia è stretta e lunga, il turismo ha avuto il suo boom nel Salento. Lì ci sono state discoteche affollate e gente per strada, ma oggi il Salento è la zona della Puglia meno colpita dalla pandemia».

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