Pier Luigi Lopalco nella pandemia Covid-19 è divenuto uno dei volti tv più noti perché spesso ospitato per raccontare l’evoluzione del coronavirus in quanto sia responsabile della task force Covid della Regione Puglia e sia come virologo ed epidemiologo esperto. Di recente ha scelto di prendere parte alla contesa politica, anche proprio in scia della popolarità acquisita dalle tante ospitate, candidandosi in una delle liste a sostegno del Pd e del Governatore Michele Emiliano: peccato che però dopo la prima “gaffe” di qualche mese fa su Boris Johnson (quando scrisse che “la fortuna è cieca ma il virus ci vede benissimo” in riferimento alla positività del Premier Uk), in un recente evento di campagna elettorale ha fatto ben di peggio. «Se noi abbiamo questa ripresa del Covid-19 è anche per effetto di una propaganda scriteriata di alcune forze politiche del Nord che doveva dire che il virus non esiste e che quindi potevamo tornare a curarci nelle cliniche del Nord perché sono sicure» attacca Lopalco accusando in sostanza il Nord di essere in buona parte “negazionista” per permettere che la popolazione si contagi e torni a farsi curare nelle “ricche” cliniche private.
L’ATTACCO CHOC DEL VIROLOGO CANDIDATO COL PD
Un’accusa gravissima che ha scatenato non poche polemiche in queste ultime ore tra social, mondo scientifico e la stessa politica: l’affondo contro il Nord e il Centordestra si fa ancora più pesante quando – riporta il Corriere della Sera – sempre Lopalco spiega «la fine della pandemia è una bugia che hanno provato a venderci nelle televisioni dicendo che il virus fosse clinicamente morto o si era indebolito: avevano bisogno di far ripartire un mercato che è importantissimo, il mercato della sanità». Qui il riferimento è ai medici ed esperti come Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti e Giuseppe Remuzzi, altri illustri colleghi ai quali però Lopalco ha sempre contrastato le «evidenze dei numeri nazionali». E così si giunge alla terza e ultima “sparata” del virologo contro il Nord considerato negazionista e malevolo: «Per alcune regioni del Nord la sanità non è servizio sanitario, ma mercato sanitario. In Lombardia la sanità è una macchina da prestazione. Entri, ti curo e te ne vai velocemente perché… avanti un altro. In questo modo la Puglia, verso le regioni del Nord, spende 250 milioni e 100 milioni sono per il privato».