«Abbiamo preso strade diverse»: così Pierluigi Lopalco ha analizzato la sua decisione di presentare le dimissioni da assessore alla Sanità di Regione Puglia. Come vi abbiamo raccontato, l’epidemiologo ha deciso di fare un passo indietro a causa di divergenze anche con il governatore Emiliano, pur confermando gli eccellenti rapporti personali.
Pierluigi Lopalco è poi tornato sulla sua decisione ai microfoni di Stasera Italia: «Due anni di rincorsa appresso a questo maledetto virus mi hanno provato. Queste sono le prime motivazioni. E poi correre una maratona con dei pesi alle caviglie… purtroppo la difficoltà di districarsi nell’amministrazione ha contribuito». (Aggiornamento di MB)
La decisione a sorpresa di Lopalco
È giunta al termine l’esperienza di Pierluigi Lopalco nelle vesti di assessore della sanità in Puglia. Come anticipato da Repubblica, l’epidemiologo ha comunicato le sue dimissioni nei giorni scorsi al governatore Michele Emiliano. Secondo quanto ricostruito dai ben informati, il professore ha contestato al presidente di non condividere con lui le scelte in tema di sanità.
Secondo Pierluigi Lopalco, infatti, Emiliano lo avrebbe scavalcato nel rapporto con le Asl, con le Agenzie e con i suoi stessi uffici. Non si tratta però di un addio alla politica: Repubblica ha infatti confermato che l’epidemiologia resterà in Consiglio regionale, dove è stato eletto con 14.500 preferenze.
Lopalco si dimette da assessore Sanità in Puglia
Pierluigi Lopalco ha motivato la sua decisione in un’intervista: “Chi mi conosce sa bene che non sono una persona che va allo scontro. Tra le doti che mi riconosco c’è sicuramente quella di essere capace di mediazione e diplomazia. E sono le doti che, in questo anno al Governo, e prima nel mio ruolo tecnico di coordinatore della task force, in un periodo così caldo e difficile com’è stato quello della pandemia, ho cercato di usare e migliorare“. L’epidemiologo ha smentito scontri con il presidente Emiliano, anzi i rapporti personali sono eccellenti, e ha citato grandi difficoltà nell’aver a che fare con le regole della politica e della burocrazia: “In questi due anni mi sono trovato di fronte a un sistema che è molto complicato da governare. I livelli decisionali sono tanti, tanti sono gli ostacoli, i punti di vista, gli interessi. Per uno che, come me, è abituato a lavorare all’interno di un set di regole precise, non è facile. Intendiamoci: il problema non è litigare. Perché, per fortuna, anche nel mondo della scienza si litiga. Ma è una questione di metodo: lavorare senza un metodo mi crea la sensazione di non riuscire a portare a compimento il mio mandato. E questa è una cosa a cui non sono abituato”.