L’Ora inchiostro contro piombo: i giornalisti che persero la vita

L’Ora inchiostro contro piombo racconta la storia vera di Vittorio Nisticò, che nel film viene chiamato Antonio Nicastro. Arrivato a Palermo, il giornalista rivoluzionò il giornale “L’Ora”, dando filo da torcere alla mafia e combattendola a viso aperto, facendo nomi e cognomi e denunciando situazioni spesso scomode a Palermo e Corleone. Nei venti anni con Nisticò come direttore, furono uccisi tre giornalisti de “L’Ora”: Comiso Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato. Emblematica fu la prima pagina nell’ottobre del 1958, quando Nisticò pubblicò la foto del mafioso Luciano Liggio con la parola “Pericoloso!”. Qualche giorno più tardi, il 19 ottobre, ci fu una forte esplosione nei pressi della sede del regionale, provocata da cinque chili di tritolo. Nisticò e i suoi giornalisti ripresero a lavorare 24 ore più tardi senza farsi intimidire.



L’Ora inchiostro contro piombo, sfida alla mafia

L’Ora inchiostro contro piombo è un film tratto da una storia vera, che racconta il coraggio di Vittorio Nisticò, direttore del quotidiano palermitano “L’Ora”, fondato a inizio Novecento dalla famiglia Florio. Proprio Nisticò, direttore del quotidiano, non ebbe paura di denunciare i crimini della mafia. Nato a Soverato nel 1919, si avvicinò al Partito Comunista a Bari durante la campagna referendaria che nel 1946 portò alla vittoria della Repubblica sulla Monachia. Dal 1955 al 1975 diresse il quotidiano “L’Ora”: in quel ventennio furono uccisi tre giornalisti del giornale, Comiso Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato. Gli autori della serie di Canale 5 si sono documentati incontrando i sopravvissuti a quegli anni, consultando giornalisti, libri, filmati e interviste.



L’Ora inchiostro contro piombo, storia vera

L’Ora inchiostro contro piombo, la storia vera dietro la fiction diretta da Piero Messina, Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi con Claudio Santamaria. La nuova serie, co-prodotta da Rti-Indiana Production, al via da mercoledì 8 giugno 2022 su Canale 5 per cinque settimane, racconta la storia vera del quotidiano palermitano fondato dalla famiglia Florio che dopo la fine della seconda guerra mondiale decida di parlare apertamente di mafia sbattendo in prima pagina i nomi dei mafiosi dell’epoca. Una scelta coraggiosa e controcorrente quella della redazione del quotidiano palermitano che, in un clima di omertà generale, decide di metterci la faccia con inchieste e approfondimenti contro la mafia. Nel 1958, infatti, la redazione del giornale ha subito un attentato organizzato da Cosa Nostra in seguito ad una serie di inchieste sul fenomeno mafioso in Sicilia.



La redazione del quotidiano L’Ora di Palermo ha visto, sotto la guida esperta del direttore Antonio Nicastro, alternarsi firme di primissimo livello che non hanno mai avuto paura di raccontare la verità mettendoci sempre la faccia e rischiando anche la vita. Si trattava di un gruppo di giornalisti coraggiosi che non si sono arresi alla mafia, anzi l’hanno combattuta con coraggio con un solo obiettivo: cambiare la vita di Palermo.

L’Ora inchiostro contro piombo: dalla storia vera alla fiction

La storia vera di “L’Ora inchiostro contro piombo” è diventata una fiction che si preannuncia un grandissimo successo di critica e pubblico. Nella serie a vestire i panni del direttore Antonio Nicastro è proprio l’attore Claudio Santamaria. Antonio Nicastra arriva in Sicilia con la moglie Anna chiamato a dirigere la redazione de “L’Ora” di Palermo, giornale del Partito Comunista che sta vivendo un momento di crisi. Per rilanciare il quotidiano, Nicastro decide di proporre una collaborazione a Marcello Grisanti, cronista ed ex partigiano. L’arrivo di Nicastro in Sicilia segna l’inizio di una vera e propria lotta alla mafia, visto che il giornalista si rende immediatamente conto che a Corleone capitano cose strane. Tutto ha inizio con la scomparsa di un sindacalista. Inizia così la prima grande inchiesta contro la mafia.

Stefano Lorenzi, tra i registi della serie, ha raccontato: “l’idea nasce otto anni fa in seguito alla realizzazione di un documentario sulla storia del giornale. Qui si racconta un punto di vista diverso sulla mafia. Non più quello dei cattivi e tanto meno quello delle forze dell’ordine, ma di un gruppo di giornalisti capitanati da un direttore arrivato da Roma a Palermo nel 1955 che decide per la prima volta nella storia del giornale L’Ora, della Sicilia e dell’Italia intera, di sbattere in prima pagina la parola mafia e i nomi e cognomi delle persone che facevano parte di quell’organizzazione criminale”. Non solo, il registra ha aggiunto: “è stata un’esperienza straordinaria. L’Ora è una serie che vuole restituire al presente, l’immagine nobile di quel giornalismo in cui gli articoli venivano dettati al telefono per essere trascritti e dove ancora era forte l’odore dell’inchiostro e delle rotative”.