L’ora legale è più dannosa per il sonno delle persone, rispetto a quella solare. E’ questo quanto emerge da una ricerca realizzata da alcuni scienziati canadesi pubblicata oggi sul quotidiano francese Le Figaro. Nel dettaglio, il lavoro è stato realizzato dagli universitari della McGill di Montréal e pubblicato su Neurology, la rivista scientifica dell’American Academy di neurologia, la più grande associazione mondiale di neurologi e neuroscienziati. Gli scienziati hanno studiato la qualità del sonno di un gruppo numeroso di persone, più di 30mila di età compresa fra 45 e 85 anni, dopo un passaggio dall’ora legale (autunno e inverno) a quella solare (primavera estate). “Il sonno gioca un ruolo essenziale per la salute, umore, capacità intellettuali, prestazioni lavorative e relazioni sociali”, spiegano i ricercatori. Alle persone sono state chieste alcune informazioni circa la qualità del loro sonno, dalla durata, alla difficoltà ad addormentarsi, quindi i risvegli notturni e la sonnolenza diurna. Gli scienziati hanno quindi raffrontato le risposte dei partecipanti prima del passaggio dall’ora legale a quella solare (avvenuto lo scorso 26 marzo), e in seguito dopo il cambio d’ora. Ne è emerso che, con il nuovo orario, è aumentato il rischio di insonnia, ma anche una difficoltà pari al doppio nell’addormentarsi, sonnolenza durante il giorno e in generale ha espresso insoddisfazione per il sonno.
“La buona notizia è che questi disturbi sono stati brevi e sono scomparsi due settimane dopo il cambiamento”, osserva Ronald Postuma, autore dello studio (McGill). Questi cambiamenti, sottolineano ancora i ricercatori, non vengono rilevati al contrario, quando c’è il cambio dall’ora solare a quello legale, quindi dall’estate all’autunno. La scoperta comunque non sorprende più di tanto Damien Davenne, professore di cronobiologia presso l’Università di Caen: “Il corpo ha più difficoltà a recuperare quando l’orologio è avanzato rispetto a quando è ritardato, perché per esso è più facile posticipare l’ora di andare a letto che cercare di dormire prima del solito”.
L’ORA LEGALE E I PROBLEMI A SONNO E SALUTE: IL LIMITE DELLO STUDIO
Lo stesso si verifica ad esempio con il jet-lag: “In generale, il fatto di imporre un jet lag improvviso colpisce soprattutto le persone vulnerabili e ciò si traduce in un aumento delle malattie cardiovascolari e metaboliche”.
Gli scienziati sottolineano comunque un limite dello studio, ovvero, la percezione soggettiva dei partecipanti che è meno affidabile rispetto ad una registrazione effettuata in un laboratorio o in casa. Infine, per quanto riguarda il cambio di stagioni, i ricercatori non registrano cambi nelle abitudini del sonno: “Non dormiamo più a lungo in inverno che in estate sotto queste latitudini (in Francia e Canada)”, dice Damien Davenne che poi spiega: “Le persone hanno bisogno di dormire di più quando le notti più lunghe. Samo spesso più stanchi d’inverno perché non rispettiamo questo nostro orologio biologico”.