Loredana Bertè si è raccontata a cuore aperto nella puntata speciale “Verissimo per le donne”, il rotocalco televisivo di Silvia Toffanin che questa settimana è stato interamente dedicato alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La regina del rock ha raccontato la violenza subita quando aveva soli 17 anni e un uomo ha abusato di lei. Una violenza che non ha denunciato precisando: “non ho potuto denunciare perchè allora non era il caso. Questo  signore è uno della Torino bene, me la sono guardata perché non volevo che mia madre venisse a sapere della violenza perché le avrei prese oltre da lei e sentirmi in colpa anche di più. Io c’ero andata. Non ho voluto vedere uomini per 5-6 anni, sono stata violentata a 17 anni. Dico alle donne al primo schiaffo bisogna denunciare”.



Loredana Bertè e la violenza subita dal padre

Ma il dolore vissuto da Loredana Bertè si è ripresentato molti anni dopo in un giorno peraltro terribile della sua vita: la morte della sorella Mia Martini. In quell’occasione a farle violenza è stato il padre come ha confessato l’artista a Silvia Toffanin: “mio padre mi ha preso a calci e pugni così tanto da farmi cadere nella bara di Mimì. Poi è arrivato un medico che forse era suo amico visto che non si è occupato di me, mi aveva strappato i capelli. Renato mi ha portata da un endocrinologo per farmi crescere i capelli, avevo dei buchi in testa. Questa è un’altra violenza che non potrò mai dimenticare, oltre a vedere il corpo di mia sorella”. Poco dopo la Bertè però fa un’altra rivelazione: “fortunatamente è morto, non mi ha dato nessun doloro quando è morto. Non l’ho mai conosciuto questo signora, l’unica volta che l’ho visto da adulta mi ha preso a calci e pugni”.

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