E’ un fiume in piena Loredana Bertè ai microfoni di Silvia Toffanin a Verissimo. Dopo aver raccontato l’infanzia difficile a Bagnara Calabra e l’amore infinito per la sorella Mia Martini, la regina del rock italiano racconta anche come ha anticipato la moda e le tendenze. “”Lady Gaga mi ha copiato la pancia e anche Madonna” dice Loredana, che rivela come e quando ha incontrato la regina del pop: “l’ho conosciuta bene a Los Angeles dove mi trovavo per fare il disco con Rustici. Sono andata a LA per fare lo shooting fotografico sia per l’album che per i giornali. Sono arrivata un giorno prima e c’era Madonna con una sfilza di stilisti ed io arrivo con questo mio giubbotto di Moschino e lei mi fa ‘bello questo’ e mi dice ‘dammelo’ e io le dico non credo proprio”. Alla fine la Bertè è stata “costretta” a cedere quel giubbotto al punto da rivelare: “Madonna ha fatto tutta la campagna pubblicitaria con quel giubbino che era di un marrone strano. Quando sono tornata in Italia ho detto a Moschino ‘guarda che il tuo gubbino è finito nella campagna di Madonna’ quindi fammene uno e devo dire che ha mantenuto la promessa”. Da Madonna all’amore per Björn Borg con la Bertè che rivela: “eravamo in hotel e ha ordinato due prostitute come se fosse un club sandwich. Sono arrivate due con delle fruste ed io l’ho ammazzato di botte e gli ho detto addio. E’ arrivato a casa mia a Milano, gli ho preso le chiavi e gli ho detto vaffancul*”. Sul finale racconta di Sanremo 2019 rivela: “mi hanno spiazzato con le tre standing ovattino e la finale quando sono arrivata quarta hanno fatto cori da stadio” e sul futuro dice: “continuare ad essere sempre curiosi, solo la curiosità ti spinge a studiare gli altri, a capire come diventare sempre meglio”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
“Mia Martini ha avuto una vita da inferno, con lei è morta una parte di me”
Loredana Bertè continua il racconto della sua straordinaria vita. In particolare si sofferma sul rapporto con la sorella Mia Martini: “Eravamo sempre insieme, ero molto gelosa di mia sorella”. Poi la cantante rivela: “a quindici anni ce ne siamo andate di casa, ma tra di noi c’era Renato, che dormiva spesso e volentieri da noi”. La Bertè poi “hanno arrestato Mimì per un spinello che le hanno messo nello zaino e durante quel periodo ho lasciato la scuola perchè dovevo occuparmi di lei. Poi prima del processo noi l’abbiamo nascosta per un anno in una soffitta e poi la cosa è andata in prescrizione”. Un lungo racconto poi quello di Loredana che si commuove parlando della sorella Mia Martini: “Mimì ha avuto una vita da inferno, poi le malelingue, l’ignoranza della gente che le hanno appiccicato questa etichetta di portajella è stata la cosa che l’ha fatta morire dentro perchè si è rifiutata di cantare per anni. Molti registi noti che sono ancora in giro e non riescono a guardarmi in faccia, non l’hanno voluta. Per 15 anni è andata a Bagnara, cuciva le reti dei pescatori”. Un dolore che ha segnato la vita di Mia Martini: “una sofferenza continua” ma la Bertè ha dei rimpianti: “mi sento anche un pò in colpa, ho viaggiato tantissimo, ho visto chiunque suonare, un viaggio di meno e starle più vicino e chissà le cose sarebbero potute cambiare. Una cosa non mi perdono, non aver presto il telefonino che mi aveva dato. Con lei è morta una parte di me, io lo sento dentro di me, quando sono sul palco la sento dentro di me e do tutto quello che ho, anche se sono terrorizzata”. Il ricordo della sorella non l’abbandona mai: “la sogno ogni tanto, che vuole una sigaretta. Ogni anno, quando è il nostro compleanno davanti alla sua unica foto le metto una sigaretta e le dico buon compleanno. Mi manca da morire”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
“Io e Mimì eravamo in simbiosi, tra di noi Renato Zero”
Loredana Bertè arriva negli studi di Verissimo accolta da una vera e propria ovazione del pubblico. Ad accoglierla c’è Silvia Toffanin che ricorda il loro ultimo incontro alla finale di Amici 18: “abbiamo un pò ravvivato la serata” dice la regina del rock pronta a raccontare la sua storia. Si parte dalle origini, dal rapporto con il padre e la madre e con la sorella Mia Martini: “alcune immagini mi hanno portato a quando ero una bimba, io e Mimì eravamo in simbiosi, ci progettavamo a vicenda”. Parlando della sua infanzia dice: “non avevamo niente, mio padre era un professore di lettere e greco e mia madre una insegnante elementare, noi facevamo il compleanno il 20 e quindi nemmeno un buon compleanno, mai festeggiato nella nostra vita. Le feste erano bandite, nemmeno il Natale, stelle mancanti”. La Bertè rivela: “ci divertivamo e sperimentavamo con altre cose, la cosa più sicura al mondo per noi era il luna park. Tra le botte e le litigate violentissime che c’erano in casa, lei mi prendeva e mi portava al luna park dove Mimì ha lavorato come dj”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
“Mia Martini? Se le fossi stata più vicino magari…”
Il senso di colpa si fa ancora sentire per Loredana Bertè. La rocker non può che tornare indietro con la memoria e pensare alla sorella Mia Martini, agli ultimi giorni trascorsi insieme, alla lite sul cellulare che non voleva usare. “Se le fossi stata più vicino magari le cose sarebbero potute andare diversamente. Non mi perdono di non aver usato il telefonino che lei mi aveva dato perché restassimo in contatto”, dice la cantante a Verissimo, dove sarà ospite per la puntata di oggi, sabato 7 dicembre 2019. La sofferenza non la abbandona mai: Loredana è sicura che con la sua Mimì se ne sia andata via anche una parte di se stessa. “Quando sono sul palco la sento dentro e dò tutto, anche se sono terrorizzata e ho gli attacchi di panico prima di uscire. Non respiro, ma penso a lei e poi esco”, continua. Alla fine dei live sente di essere una persona migliore e di aver dato tutto ciò che è nelle sue possibilità. Anche che Mimì sarebbe orgogliosa di lei e dell’artista che è diventata. La malinconia di sicuro riguarda la sorella e i tanti momenti trascorsi insieme, persino quando non erano famose. Anzi è proprio a quel tempo che vorrebbe ritornare se ne avesse la possibilità. “Aveva dei grandi progetti. Non ho la minima idea di cosa sia successo. Aveva troppo amore per la vita, lei impazziva, ogni giorno ne inventava una nuova, ogni giorno per lei era un giorno di musica, era un momento magico“, ha detto poco tempo fa a Live – Non è la d’Urso. Il legame fra Loredana e Mimì inizia fra le mura di casa, quando si ritrovano ad assistere alle botte che il padre riservava alla madre. Prima ancora della nascita della quarta sorella, Olivia, che spingerà Giuseppe Radames Bertè e lasciare la casa di famiglia. “Una volta l’ha lasciata in una pozza di sangue nel bagno. L’ha presa a calci uccidendo il figlio maschio che desiderava”, scrive Loredana nel suo libro Traslocando. E’ andata così.
Loredana Bertè, gli anni dell’infanzia
Sono stati anni duri quelli d’infanzia per Loredana Bertè e le sorelle. Quattro in tutto, di cui la più famosa senza dubbio è la scomparsa Mia Martini. “Nella nostra vita non abbiamo mai festeggiato il compleanno, le feste erano bandite, anche il Natale! Per sfuggire alle botte e alle litigate violentissime che c’erano in casa, andavamo al Luna Park: per noi era la cosa più sicura“, dice a Verissimo. Anche negli anni successivi le cose non sono andate meglio, tanto che la rocker ha dovuto abbandonare la scuola mentre frequentava l’ultimo anno. Mimì era stata arrestata per via di uno spinello che qualcun altro le aveva infilato in tasca e la sorella ha deciso di stale vicino. “Ha fatto due anni in carcere. Quando è stata liberata, prima del processo, l’abbiamo nascosta in soffitta per un anno”, racconta. I sogni su Mia non mancano, così come quell’abitudine di fumare sigarette. “Per questo ogni anno, per il suo compleanno, metto due sigarette davanti a una foto che ci ritrae insieme e le dico ‘questa è la tua sigaretta per quest’anno!’. Mi manca da morire”. “Sono cresciuta con la regola del niente. Niente giocattoli, niente bambole, niente regali. Niente di niente. Da piccola non mi voleva nessuno. Il mio miglior amico era un cane, Clito, che abbaiava a chiunque si avvicinasse. Io e Clito eravamo soli contro tutti”, ha scritto l’artista nella sua autobiografia Traslocando – E’ andata così. Del padre Radames ha un drammatico ricordo: quei passi lenti mentre attraversava il corridoio, Mimì che le diceva di nascondersi. “Era il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno vedesse”, scrive.